giovedì 16 maggio 2013

L'intervento francese in Mali

www.resistenze.org - popoli resistenti - mali - 13-05-13 - n. 453

Dal colonialismo francese all'intervento francese in Mali
 
Mohamed Hassan | michelcollon.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
06/05/2013
 
Ci viene detto che "la guerra in Mali si propone di sbarazzarsi degli islamisti radicali". Eppure quegli stessi islamisti stanno combattendo nel "nostro" campo in Libia e in Siria e sono finanziati dai nostri "amici": l'Arabia Saudita e il Qatar. Specialista sulle questioni africane e autore per Investig'Action di La strategia del caos, Mohamed Hassan illumina il dietro le quinte di una guerra troppo schematizzata dai media. Terza ed ultima parte della nostra serie Cause e conseguenze della guerra in Mali (IGA).
 
Il conflitto in Mali si inscrive in un contesto più ampio e ha una storia alle spalle. Ci sono gli jihadisti che hanno lasciato la Libia per il nord del Mali, armati dal Qatar e dall'Arabia Saudita. E ci sono i militari francesi, i belgi e gli altri, occidentali e africani, che sono intervenuti in Mali. Per situare correttamente l'intervento francese, dobbiamo fare riferimento al colonialismo francese in Mali.
 
Quando i colonialisti francesi conquistarono il Mali, il territorio era parte di una zona economica che si estendeva a tutto il Sahel. Le carovane partivano da una città oasi all'altra, attraversando il deserto. In questa economia originaria regnava una buona amicizia tra agricoltori e nomadi. Gli agricoltori avevano bisogno dei nomadi per l'acquisto dei beni provenienti da altre regioni e, pertanto, erano loro buoni clienti. L'intera popolazione di questa regione era musulmana.
 
Questa zona economica era molto prospera all'epoca. L'anno scorso, il sito Internet celebritynetworth.com ha indicato un maliano al primo posto in una classifica di venticinque persone tra le più ricche mai vissute. Il giornale ha calcolato il valore delle proprietà del re Mansa Moussa I, che ha regnato dal 1312 al 1337 all'interno dell'attuale Mali, tenendo conto dell'attuale prezzo dell'oro e dell'inflazione nel corso dei secoli. L'uomo oggi disporrebbe di circa 400 miliardi. C'era anche una vita intellettuale vivacissima: Timbuktu è conosciuta come una dei primi e più importanti centri intellettuali del mondo. Al suo apice, il regno del Mali si estendeva fino alla costa del Senegal. L'arabo era la lingua franca.
 
Il colonialismo francese ha distrutto l'intero sistema. Per annientare ogni capacità intellettuale, migliaia di insegnanti sono stati assassinati. Come quasi tutti i paesi africani, il Mali che oggi conosciamo, ha confini artificiali. La regione faceva parte di quello che era chiamato il Sudan francese. Nel 1960, divenne indipendente, prima come una federazione con il Senegal, ma dopo appena due mesi, il Senegal si ritirò dalla federazione. L'attuale Mali è la quarta nazione per superficie dell'Africa. Dopo il colpo di stato contro il primo presidente del Mali indipendente, Modibo Keita (1960-1968), il paese divenne uno stato neo-coloniale.
 
Un tale stato non può essere una nazione e non può svilupparsi in modo indipendente. Il nord, una regione desertica, è abbandonato al suo destino e i suoi abitanti discriminati. Ci sono tensioni etniche tra i Tuareg (nomadi) e gli altri gruppi della popolazione. Il commercio su larga scala è in completo declino. Cosa resta per i molti nomadi che vagano nella regione con le loro carovane? Contrabbando, rapimenti a scopo di riscatto, traffico di esseri umani...
 
Una frazione importante dei Tuareg sono diventati soldati in Libia nell'esercito di Gheddafi. Dopo il loro ritorno nel nord del Mali, hanno iniziato una guerra nella regione per l'indipendenza di quello che chiamano Azawad: una lotta che, negli ultimi decenni, si è improvvisamente rianimata e poi riassopita. Il 24 gennaio 2012, hanno preso la città di Aguelhok e hanno ucciso un centinaio di soldati dell'esercito maliano. Nei mesi successivi, hanno cominciato ad attaccare altre città del nord.
 
Il massacro di Aguelhok ha scatenato un enorme malcontento tra i soldati e le loro famiglie, in quanto l'esercito è molto mal equipaggiato rispetto gli insorti ben attrezzati e addestrati contro cui deve combattere. Il 22 marzo, il presidente del Mali Amadou Toumani Touré (soprannominato "ATT") è stato rovesciato da un colpo di stato militare, guidato da Amadou Sanogo.
 
Per i paesi vicini al Mali che, dopo il rovesciamento del presidente ivoriano Gbagbo, subiscono la forte ingerenza francese, fu un pretesto per annunciare l'embargo sulle armi ai danni dell'esercito del Mali, che non aveva così alcuna possibilità contro gli insorti che accorrevano in massa. Il mese successivo, il MNLA (Movimento Nazionale per la Liberazione dell'Azawad) si è impadronito del nord del paese. In seguito il MNLA è stato scacciato a sua volta da tre gruppi jihadisti: Ansar Dine, Al Qaeda nel Maghreb Islamico (AQIM) e MUJAO, dei gruppi che ricevono armi e denaro da Qatar e dall'Arabia Saudita. Il cerchio si chiude.
 
Quando sembrava che questi jihadisti si stessero precipitando verso la capitale Bamako, il Presidente ad interim, Dioncounda Traoré, avrebbe chiesto al presidente francese Francois Hollande (PS) di intervenire militarmente. Cosa che ha reso impossibile un piano delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana.
 
Conclusione
 
Come dovrebbe evolversi la situazione? Qualsiasi soluzione al conflitto in Mali è ostacolata da tre grandi problemi.
 
Primo: nessuno permette ai maliani di risolvere i loro contenziosi e i reciproci problemi. Le interferenze straniere lo rendono impossibile. La guerra non farà che esacerbare le tensioni reciproche in tutto il paese. Se hai la pelle più chiara e ti si scambia per qualcuno del nord, rischi di non poter attraversare le strade di Bamako.
 
Secondo: i paesi africani sono molto deboli, lo si constata se un paese come il Mali non può nemmeno venire a capo di una ben organizzata ribellione di circa 500 jihadisti. L'Unione africana (UA) è troppo debole. La SADC (Southern African Development Community) prova a cambiare il corso delle cose e si è collocata in prima linea nell'opposizione alla UA nella guerra in Libia. Ma ci sono ancora troppi leader africani che credono più al loro interesse e agli ordini dei loro padroni in Europa e negli Stati Uniti che all'unità africana.
 
Terzo: se, dopo l'aggravamento della crisi del capitalismo globale a partire dal 2008, la Francia non vuole diventare una nuova Spagna, Italia o Grecia, dovrà difendere la sua egemonia "francafricana" e in tutto il Mediterraneo. Ma le cose non si annunciano troppo buone per la Francia, perché crescono le contraddizioni con gli Stati Uniti riguardo l'Africa. In Costa d'Avorio, l'esercito francese è intervenuto per installare Ouatarra al potere, ma in realtà è principalmente una pedina degli Stati Uniti. E gli Stati Uniti hanno beneficiato della guerra in Mali per installare una base di droni nel vicino Niger. In altre parole, possiamo prepararci a un periodo durante il quale il Mali e l'intera regione circostante si troveranno in un conflitto permanente, come quello vissuto dalla Somalia negli anni '90.
 
Estratto da Le cause e le conseguenze della guerra in Mali, articolo apparso su Studi Marxisti, n° 101.
 
Vedere anche L'Occidente alla conquista dell'Africa e Gli islamisti che sostengono l'Occidente.
 
Mohamed Hassan è uno specialista in questioni medio-orientali e africane. È autore, con David Pestieau di L'Iraq contro l'occupazione (EPO, 2004), e con Gregory Lalieu e Michel Collon, La strategia del caos, Investig'Action/Couleur Livres, 2012.

martedì 7 maggio 2013

MAY HELL RAIN DOWN ON THE U.S. ADMINISTRATION


NAVY SEAL TEAM 6 FAMILIES TO REVEAL GOVERNMENT’S CULPABILITY IN DEATH OF THEIR SONS .. From Victoria Baer.

Obama clinton
Obama and Clinton
“MAY HELL RAIN DOWN ON THE ADMINISTRATION FOR DOING THIS TO OUR NAVY SEAL TEAM 6 WAR HEROES!  GET THIS OUT TO EVERY US CITIZEN!
IF THEY DO THIS TO OUR HEROES and FALLEN HEROES WHAT DO YOU THINK IS GOING TO HAPPEN WHEN IT REALLY HITS THE FAN.
GOT TWO WORDS FOR YOU…LOCK N LOAD…  IF NOTHING ELSE READ # 7!”

NAVY SEAL TEAM VI FAMILIES TO REVEAL GOVERNMENT’S CULPABILITY IN DEATH OF THEIR SONS IN FATAL HELICOPTER CRASH IN AFGHANISTAN FOLLOWING SUCCESSFUL RAID ON BIN LADEN’S COMPOUND
                                        DATE: MAY 9, 2013
                                        PLACE: NATIONAL PRESS CLUB (HOLEMAN LOUNGE)
                                        TIME: 9:30 AM-11:30 AM
(Washington, D.C.). Three families of Navy SEAL Team 6 special forces servicemen, along with one family of an Army National Guardsman, will appear at a press conference on May 9, 2013, to disclose never before revealed information about how and why their sons along with 26 others died in a fatal helicopter crash in Afghanistan on August 6, 2011, just a few months after the successful raid on the compound of Osama Bin Laden that resulted in the master terrorist’s death.
Accompanying the families of these dead Navy SEAL Team 6 special operations servicemen will be retired military experts verifying their accounts of how and why the government is as much responsible for the deaths of their sons as is the Taliban.
The areas of inquiry at the press conference will include but not be limited to:
1.      How President Obama and Vice President Biden, having disclosed on May 4, 2011, that Navy Seal Team 6 carried out the successful raid on Bin Laden’s compound resulting in the master terrorist’s death, put a retaliatory target on the backs of the fallen heroes.
2.      How and why high-level military officials sent these Navy SEAL Team 6 heroes into battle without special operations aviation and proper air support.
3.      How and why the military brass carries out too many ill-prepared missions to boost their standing with top-level military brass and the Commander-in-Chief in order that they can be promoted.
4.      How the military restricts special operations servicemen and others from engaging in timely return fire when fired upon by the Taliban and other terrorist groups and interests, thus jeopardizing the servicemen’s lives.
5.      How and why the denial of requested pre-assault fire may have contributed to the shoot down of the Navy SEAL Team 6 helicopter and the death of these special operations servicemen.
6.      How Afghani forces accompanying the Navy SEAL Team 6 servicemen on the helicopter were not properly vetted and how they possibly disclosed classified information to the Taliban about the mission, resulting in the shoot down of the helicopter.
7.      How military brass, while prohibiting any mention of a Judeo-Christian God, invited a Muslim cleric to the funeral for the fallen Navy SEAL Team 6 heroes who disparaged in Arabic the memory of these servicemen by damning them as infidels to Allah. A video of the Muslim cleric’s “prayer” will be shown with a certified translation.
This press conference takes on special significance given that our government has over the last twelve years since September 11 committed brave American servicemen to wars in Iraq and Afghanistan which, in large part as a result of politics, were poorly conceived of and implemented, resulting in the deaths of thousands and the maiming of tens of thousands of our brave heroes. To make matters even worse, America has effectively lost these wars.
Eds Note: ( Picture from theconservativetreehouse.com )

Academic boycott of Israel


Stephen Hawking joins academic boycott of Israel

Physicist pulls out of conference hosted by president Shimon Peres in protest at treatment of Palestinians
  • The Guardian
Stephen Hawking
A statement published with Stephen Hawking's approval said his withdrawal was based on advice from academic contacts in Palestine. Photograph: Facundo Arrizabalaga/EPA
Professor Stephen Hawking is backing the academic boycott of Israel by pulling out of a conference hosted by Israeli president Shimon Peres in Jerusalem as a protest at Israel's treatment of Palestinians.
Hawking, 71, the world-renowned theoretical physicist and Lucasian Professor of Mathematics at the University of Cambridge, had accepted an invitation to headline the fifth annual president's conference, Facing Tomorrow, in June, which features major international personalities, attracts thousands of participants and this year will celebrate Peres's 90th birthday.
Hawking is in very poor health, but last week he wrote a brief letter to the Israeli president to say he had changed his mind. He has not announced his decision publicly, but a statement published by the British Committee for the Universities of Palestine with Hawking's approval described it as "his independent decision to respect the boycott, based upon his knowledge of Palestine, and on the unanimous advice of his own academic contacts there".
Hawking's decision marks another victory in the campaign for boycott, divestment and sanctions targeting Israeli academic institutions.
In April the Teachers' Union of Ireland became the first lecturers' association in Europe to call for an academic boycott of Israel, and in the United States members of the Association for Asian American Studies voted to support a boycott, the first national academic group to do so.
In the four weeks since Hawking's participation in the Jerusalem event was announced, he has been bombarded with messages from Britain and abroad as part of an intense campaign by boycott supporters trying to persuade him to change his mind. In the end, Hawking told friends, he decided to follow the advice of Palestinian colleagues who unanimously agreed that he should not attend.
By participating in the boycott, Hawking joins a small but growing list of British personalities who have turned down invitations to visit Israel, including Elvis Costello, Roger Waters, Brian Eno, Annie Lennox and Mike Leigh.
However, many artists, writers and academics have defied and even denounced the boycott, calling it ineffective and selective. Ian McEwan, who was awarded the Jerusalem Prize in 2011, responded to critics by saying: "If I only went to countries that I approve of, I probably would never get out of bed … It's not great if everyone stops talking."
Hawking has visited Israel four times in the past. Most recently, in 2006, he delivered public lectures at Israeli and Palestinian universities as the guest of the British embassy in Tel Aviv. At the time, he said he was "looking forward to coming out to Israel and the Palestinian territories and excited about meeting both Israeli and Palestinian scientists".
Since then, his attitude to Israel appears to have hardened. In 2009, Hawking denounced Israel's three-week attack on Gaza, telling Riz Khan on Al-Jazeera that Israel's response to rocket fire from Gaza was "plain out of proportion … The situation is like that of South Africa before 1990 and cannot continue."
The office of President Peres, which has not yet announced Hawking's withdrawal, did not respond to requests for comment. Hawking's name has been removed from the speakers listed on the official website.

domenica 5 maggio 2013

Cancer: the Ultimate Soft-Kill Operation

19 Ways Cancer Becomes the Ultimate Soft-Kill Operation


Paul Adams, J.D.

 http://www.pakalertpress.com/2012/07/18/19-ways-cancer-becomes-the-ultimate-soft-kill-operation/

In earlier times it was easier to control a million people than physically to kill a million people. Today it is infinitely easier to kill a million people then to control a million people. Zbigniew Brzezinski (Council on Foreign Relations, Trilateral Commission, Bilderberg Group, Carter/Obama Advisor).

The cancer epidemic is a soft-kill operation and a move by the world’s so-called elites to cull the human population. It is well documented that the Club of Rome, Bill Gates, Ted Turner, the Rockefellers, Warren Buffet and many other globalists plan to dominate and decimate humanity with their population reduction agenda.
As we will see, the globalists first cause the cancer and then provide us with their ineffective treatments (not cures) for profit. This method is known as Problem – Reaction – Solution.
According to the American Cancer Society, 1,638,910 new cancer cases will arise in the United States during 2012. Approximately 577,190 American cancer patients are expected to die from their cancer this year as well. One in every two men will suffer from cancer (one in four will die) as will one in every three women (one in five will die). According to the Centers for Disease Control and Prevention, cancer is the second leading cause of death, closely trailing heart disease.

Caduta l’altra faccia del muro di Berlino – a molti rimane la berlina...

Caduta l’altra faccia del muro di Berlino – a molti non rimane che la berlina "Al singolo, o alla collettività, spetta la resistenza co...