martedì 3 dicembre 2024

Cosa vuol dire "più INCLUSIVITÀ" in Italia

Cosa vuol dire "più INCLUSIVITÀ" in Italia

In Italia, il concetto di reddito è più inclusivo rispetto agli Stati Uniti, dove alcune interpretazioni legali hanno sostenuto l'esclusione dei salari dal reddito tassabile.

 In Italia, il termine "reddito" ha un significato ben definito nel sistema fiscale e giuridico, anche se il concetto ha radici linguistiche, storiche e culturali che lo collegano ad altre tradizioni giuridiche, come quella statunitense. Ecco un'analisi del concetto di reddito, il suo significato, la sua definizione legale e l'origine della parola.


1. Definizione di Reddito in Italia

In Italia, il reddito è definito principalmente dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), il D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.

Secondo il TUIR, il reddito è suddiviso in sei categorie principali, definite dall'articolo 6:

  1. Redditi fondiari (derivanti da terreni e fabbricati).
  2. Redditi di capitale.
  3. Redditi di lavoro dipendente.
  4. Redditi di lavoro autonomo.
  5. Redditi d'impresa.
  6. Redditi diversi.

Questa classificazione indica che il reddito comprende non solo profitti o guadagni derivanti da attività imprenditoriali, ma anche salari, compensi per lavoro autonomo e altre fonti di guadagno.


2. Reddito da Lavoro in Italia

Contrariamente alla visione che emerge dalla sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti (Eisner v. Macomber, 1920), in Italia i salari e gli stipendi sono considerati reddito e sono tassabili.
L'articolo 49 del TUIR stabilisce che:

  • Redditi di lavoro dipendente sono quelli derivanti da rapporti di lavoro subordinato, inclusi stipendi, salari, indennità, e altre forme di remunerazione.

3. Origine della Parola "Reddito"

La parola "reddito" deriva dal latino "reditus", che significa "ritorno" o "ciò che torna indietro".
Storicamente, si riferiva ai proventi o guadagni che un individuo o una famiglia ricevevano da una fonte produttiva, come la terra, il capitale o il lavoro. In particolare:

  • In epoca romana, il termine era spesso legato al reddito fondiario, ossia i proventi derivanti dall'agricoltura o dall'affitto di terreni.
  • Nel tempo, il concetto si è ampliato per includere qualsiasi flusso di denaro o valore economico derivante da attività personali o investimenti.

4. Confronto con il Sistema Statunitense

Negli Stati Uniti, la questione della definizione di reddito si è spesso intrecciata con interpretazioni legali e costituzionali. Il caso Eisner v. Macomber (1920), ad esempio, ha stabilito che il reddito tassabile è limitato ai guadagni o profitti, escludendo le semplici conversioni di capitale o patrimonio. Questa visione ha alimentato discussioni sul fatto che i salari, essendo una compensazione diretta per il lavoro, non siano tecnicamente "reddito".

In Italia, invece, la distinzione tra reddito da lavoro e profitti non ha mai avuto un simile dibattito. La legislazione fiscale italiana considera i salari e gli stipendi come reddito tassabile, senza ambiguità.


5. Concetto Economico di Reddito

Economicamente, il reddito è definito come:

  • Il flusso di risorse economiche ricevute da un individuo o un'entità in un periodo di tempo.
  • Questo flusso può derivare da varie fonti: lavoro, capitale, attività imprenditoriali, o trasferimenti.

In Italia, questa definizione è rispecchiata nella struttura del TUIR, che tenta di catturare ogni possibile fonte di ricchezza per applicare un'imposta equa.


6. Critiche e Dibattiti

Anche in Italia esistono dibattiti sul concetto di reddito e sulla sua tassazione:

  • Tassazione dei salari: Alcuni ritengono che tassare i salari sia iniquo, in quanto questi rappresentano una compensazione per il lavoro, non un guadagno in senso economico.
  • Tassazione del capitale e delle imprese: Altri sottolineano che il sistema favorisce il capitale rispetto al lavoro, con aliquote più basse per i redditi finanziari o d'impresa.

Conclusione

In Italia, il concetto di reddito è più inclusivo rispetto agli Stati Uniti, dove alcune interpretazioni legali hanno tentato di escludere i salari dal reddito tassabile. La parola "reddito" ha radici storiche profonde, legate all'idea di un ritorno economico derivante da attività produttive. Tuttavia, il sistema italiano non distingue tra salario e profitto: entrambi sono tassabili, riflettendo una visione estesa del reddito come base per il finanziamento dello Stato.

COMUNICATO STAMPA - Il Popolo Sovrano annuncia l'inizio di un'azione di Obiezione di Coscienza Fiscale

COMUNICATO STAMPA

A NOME DEL POPOLO SOVRANO

Il Popolo Sovrano annuncia l'inizio di un'azione di Obiezione di Coscienza Fiscale

Roma, 3 dicembre 2024 – A nome del Popolo Sovrano, rendiamo pubblico l'avvio di un'azione collettiva di Obiezione di Coscienza Fiscale che avrà inizio immediato e proseguirà fino a quando le seguenti questioni, di vitale importanza per il nostro paese, non saranno risolte:

  1. Violazione dell'Articolo 11 della Costituzione Italiana
    L'impegno dell'Italia nel conflitto in Ucraina rappresenta una chiara violazione dell'articolo 11 della Costituzione, che sancisce il ripudio della guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Il finanziamento diretto o indiretto di azioni belliche, attraverso le risorse fiscali, è contrario ai principi fondamentali della nostra Repubblica e mina la sua credibilità sul piano internazionale.

  2. Gestione Ingiusta e Coercitiva del Sistema Fiscale
    La pressione fiscale esercitata sui cittadini italiani, in un contesto di uso improprio delle risorse pubbliche, equivale a un’imposizione illegittima. Lo Stato potrebbe finanziare le proprie attività mediante la creazione diretta di moneta, come previsto dalla sovranità economica garantita dalla Lex Monetae, anziché utilizzare le tasse per fini che non rispettano i valori costituzionali e morali del nostro popolo.

  3. Impiego delle Tasse come "Pizzo Istituzionale"
    Le tasse devono essere uno strumento per garantire il benessere e i diritti della collettività, non un mezzo per sostenere attività contrarie ai principi di pace e giustizia sociale. Quando le risorse fiscali vengono destinate a scopi immorali o anticostituzionali, si configura un abuso del potere statale che il Popolo Sovrano non può più accettare.

Le Richieste del Popolo Sovrano

Chiediamo con fermezza che:

  1. Venga immediatamente sospeso ogni coinvolgimento italiano nel conflitto in Ucraina e ritirato qualsiasi sostegno, diretto o indiretto, che alimenti la guerra.
  2. Si apra un dibattito pubblico sulla sovranità economica e monetaria, valutando soluzioni alternative al sistema fiscale attuale, incluse la creazione diretta di moneta da parte dello Stato e l'abolizione della dipendenza dai mercati finanziari internazionali.
  3. Si ripristini un sistema fiscale equo e trasparente, che rispetti la volontà popolare e sia finalizzato esclusivamente a garantire i diritti fondamentali e il benessere dei cittadini.

La Nostra Azione di Obiezione di Coscienza

A partire da oggi, invitiamo tutti i cittadini italiani a unirsi a questa azione di obiezione di coscienza fiscale, trattenendo o destinando a fini etici la parte delle tasse che riteniamo essere utilizzata in modo anticostituzionale. Non intendiamo evadere il nostro dovere civico, ma riaffermare il principio fondamentale che il Popolo Sovrano è il vero detentore della sovranità, come sancito dall'articolo 1 della Costituzione.

Questa iniziativa è un atto di disobbedienza civile pacifica, ispirata ai valori democratici e al rispetto della nostra Carta Costituzionale, con l’obiettivo di riportare lo Stato italiano a operare nell’interesse del popolo e nel rispetto dei suoi diritti fondamentali.

Fino a quando queste richieste non saranno accolte, l'obiezione di coscienza fiscale proseguirà senza sosta.

Il Popolo Sovrano
In difesa della Costituzione, della Pace e della Giustizia



Basi e strumenti per l'obiezione di coscienza fiscale in Italia: dipendenti, imprese e disoccupati

 Una obiezione di coscienza fiscale in Italia, basata sul presupposto che l'impegno del paese nel conflitto in Ucraina violi l'articolo 11 della Costituzione e che il ricavato delle tasse sia un "pizzo" poiché lo Stato potrebbe creare direttamente il denaro, si fonderebbe su argomentazioni di natura costituzionale, economica e morale. Di seguito ti propongo una struttura che potresti usare come base per una simile obiezione:


1. Premessa: Violazione dell'Art. 11 della Costituzione

L'articolo 11 della Costituzione italiana afferma: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali."

La partecipazione dell'Italia al conflitto in Ucraina può essere interpretata come una violazione di tale principio, in quanto comporta l'impegno attivo in un conflitto armato, contravvenendo al principio di ripudio della guerra sancito dalla Costituzione. Il finanziamento di una guerra, dunque, potrebbe essere visto come una condotta incompatibile con i valori di pace e cooperazione internazionale che l'Italia è tenuta a rispettare.

2. La Legittimità dell'Obiezione di Coscienza Fiscale

L'obiezione di coscienza fiscale è un atto di resistenza civile contro l'uso delle risorse pubbliche per scopi che il cittadino ritiene contrari ai principi etici, morali o costituzionali. La coscienza fiscale implica il rifiuto di finanziare attività che si ritengono dannose o immorali.

In questo caso, l'obiezione può essere giustificata dalla convinzione che l'uso delle risorse fiscali italiane per finanziare un conflitto violi non solo l'articolo 11 della Costituzione, ma anche i principi morali che ispirano il sistema costituzionale italiano.

3. La Creazione di Denaro da Parte dello Stato

Un altro argomento centrale dell'obiezione si basa sul concetto che lo Stato potrebbe mantenersi creando direttamente il denaro, come indicato implicitamente dalla Costituzione italiana e dal principio della LEX MONETAE.

L'articolo 1 della Costituzione italiana afferma: "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Sebbene la Costituzione non affermi esplicitamente che lo Stato debba creare direttamente denaro, si può argomentare che la sovranità economica dello Stato include la facoltà di determinare la propria politica monetaria e fiscale. In particolare, secondo la teoria della Moneta Legale (Lex Monetae), lo Stato ha il diritto di emettere moneta e stabilire il suo valore senza dover necessariamente basare il proprio bilancio su un sistema di tassazione punitiva.

La creazione diretta di denaro da parte dello Stato, senza il ricorso alle tasse, potrebbe essere considerata una via alternativa, non solo teoricamente possibile ma anche moralmente giustificabile, dato che non vi sarebbe alcuna necessità di impiegare la pressione fiscale sui cittadini, che invece vengono costretti a finanziare, attraverso le tasse, attività che non approvano.

4. Le Tasse come "Pizzo"

Nel contesto di questa obiezione, l'uso delle tasse per finanziare la guerra potrebbe essere definito come una forma di "pizzo" istituzionalizzato. Il termine "pizzo" evoca l'immagine di un'imposizione coercitiva, di una tassa illegittima o morale, che costringe i cittadini a finanziare scopi con cui non sono d'accordo. Questo potrebbe essere visto come un abuso del potere fiscale, dove lo Stato, anziché perseguire il benessere della sua popolazione e il rispetto della Costituzione, usa la pressione fiscale per sostenere attività contrarie ai principi fondamentali del paese.

5. Conclusioni

L'obiezione di coscienza fiscale si basa su due pilastri principali:

  • La violazione dell'articolo 11 della Costituzione italiana da parte dello Stato, che impegnandosi nel conflitto in Ucraina contravviene al principio del ripudio della guerra.
  • L'uso coercitivo delle tasse per finanziare attività immorali, quando lo Stato potrebbe mantenersi attraverso la creazione diretta di denaro, come stabilito dalla sovranità monetaria e dalla Lex Monetae.

Pertanto, il rifiuto di pagare le tasse destinate a sostenere un conflitto armato, che il cittadino ritiene incompatibile con i principi costituzionali di pace, è moralmente e costituzionalmente giustificato. Il cittadino ha il diritto di opporsi a un sistema fiscale che lo costringe a contribuire a fini che considera contrari alla propria coscienza e ai valori fondamentali sanciti dalla Costituzione.


Nota: Questo schema fornisce una base teorica per un'obiezione di coscienza fiscale, ma la sua applicabilità pratica potrebbe variare, e ogni caso potrebbe richiedere una valutazione legale approfondita. In generale, un'obiezione fiscale di questo tipo non ha un riconoscimento ufficiale in Italia, ma si potrebbe sostenere come un atto di disobbedienza civile.


Strumenti per l'obiezione di coscienza fiscale in Italia

Esercitare un'obiezione di coscienza fiscale richiede azioni specifiche, a seconda della realtà individuale. Di seguito vengono fornite istruzioni dettagliate per dipendenti, imprese e consumatori, tenendo presente che tali azioni potrebbero comportare rischi legali e richiedere assistenza da parte di avvocati esperti in diritto tributario e costituzionale.


1. Dipendenti

I lavoratori dipendenti non gestiscono direttamente il pagamento delle tasse, poiché il datore di lavoro funge da sostituto d'imposta, trattenendo le imposte alla fonte. Tuttavia, esistono modalità per esercitare un'obiezione indiretta:

Azioni Possibili

  • Richiesta di Ricalcolo della Busta Paga: Valutare la possibilità di rinegoziare con il datore di lavoro per ricevere una parte dello stipendio sotto forma di benefici non tassabili (buoni pasto, welfare aziendale, ecc.), riducendo così la quota trattenuta come imposta.
  • Devoluzione Simbolica: Accantonare una somma equivalente alla percentuale di tasse ritenuta "illegittima" e destinarla a progetti etici, documentando questa scelta per motivi di obiezione di coscienza.
  • Pressione Sindacale: Unirsi ad altri lavoratori per sensibilizzare i sindacati sulla necessità di sollevare la questione fiscale come problematica etica e costituzionale.

2. Imprese

Le imprese possono avere maggiore controllo sul pagamento delle tasse e, quindi, più strumenti per esercitare l'obiezione.

Azioni Possibili

  • Compensazione di Imposte con Crediti d'Imposta: Utilizzare strumenti di compensazione fiscale per ridurre il versamento effettivo delle imposte, laddove possibile.
  • Accantonamento Etico: Trattenere le imposte destinate a scopi ritenuti contrari alla Costituzione e dichiarare formalmente all'Agenzia delle Entrate che tali fondi sono stati destinati a progetti etici in linea con i principi costituzionali.
  • Adesione a Campagne di Obiezione: Collaborare con altri imprenditori e associazioni per esercitare pressione politica e richiedere modifiche al sistema fiscale.
  • Trasparenza Pubblica: Rendere pubbliche le ragioni della propria obiezione fiscale e la destinazione alternativa dei fondi, coinvolgendo i clienti e la comunità.

3. Consumatori

Il cittadino consumatore paga indirettamente le tasse attraverso l'IVA e altre imposte sui consumi.

Azioni Possibili

  • Acquisti Consapevoli: Ridurre il consumo di beni soggetti a IVA elevata, privilegiando beni essenziali e servizi che non comportano tasse o che rientrano in fasce agevolate.
  • Devoluzione Etica dell'IVA: Accantonare una somma equivalente all'IVA pagata su prodotti e servizi e destinarla a progetti o iniziative in linea con i principi costituzionali, tenendo traccia degli importi come forma simbolica di protesta.
  • Promozione di Circuiti Alternativi: Partecipare a circuiti di economia solidale o baratto, ove possibile, per ridurre la dipendenza dal sistema fiscale tradizionale.
  • Campagne di Sensibilizzazione: Utilizzare i social media e i gruppi locali per informare gli altri consumatori sulle modalità di resistenza fiscale etica.

Considerazioni Legali

  • Documentazione: È fondamentale documentare ogni azione intrapresa per dimostrare che si tratta di un'obiezione di coscienza e non di evasione fiscale.
  • Supporto Legale: Consultare un avvocato specializzato in diritto tributario per minimizzare i rischi e per preparare eventuali difese legali.
  • Cooperazione Collettiva: Agire in collaborazione con associazioni o movimenti già attivi nel campo dell'obiezione fiscale può offrire maggiore protezione e visibilità.

Esempio Pratico

Caso di un lavoratore dipendente:

  1. Calcola le imposte trattenute in busta paga.
  2. Scrivi una lettera al datore di lavoro e all'Agenzia delle Entrate spiegando le tue ragioni.
  3. Chiedi al tuo datore di lavoro di rimborsarti la cifra per motivi di obiezione di coscienza fiscale e di astenersi per i medesimi motivi dal versarla ad altri destinatari.
  4. Versa questa somma a un progetto etico, come un'associazione pacifista, e conserva le ricevute.

Caso di un'impresa:

  1. Dedica il 100% delle tasse calcolate a un fondo destinato a iniziative di pace o beneficenza.
  2. Pubblica una nota sul tuo sito aziendale spiegando la scelta e allega i dettagli delle donazioni effettuate.
  3. Invia una comunicazione ufficiale all'Agenzia delle Entrate dichiarando la natura della tua obiezione di coscienza fiscale.

Caso di un consumatore:

  1. Annota gli importi dell'IVA pagata su ogni acquisto.
  2. A fine mese, calcola il totale e devolvi una cifra equivalente a un progetto in linea con i tuoi valori.
  3. Condividi sui social media il tuo gesto, ispirando altri a fare lo stesso.

Queste azioni, simboliche e pratiche, contribuiscono a creare consapevolezza e pressione politica, rafforzando il messaggio che il sistema fiscale deve rispettare i principi costituzionali e i diritti del Popolo Sovrano.

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