sabato 20 maggio 2023

Cause alla CE: esperimenti farmacologici di ingegneria genetica illegale

 Cause alla Commissione Europea: esperimenti farmacologici di ingegneria genetica illegale

Ricorso proposto il 23 febbraio 2023 – UY / Commissione

(Causa T-109/23)

«Comirnaty – tozinameran, vaccino a mRNA anti-COVID-19

Causa alla Commissione Europea, pendente: Dal 2021 l’insieme della popolazione dell’Unione europea sarebbe stata sottoposta a un esperimento farmacologico di ingegneria genetica illegale e penalmente rilevante.


Ricorso proposto il 22 febbraio 2023 – UY/Commissione

(Causa T-108/23)

«Spikevax – elasomeran)»

(...) A sostegno del ricorso, il ricorrente deduce cinque motivi.

Primo motivo di ricorso: violazione molto grave degli articoli 8, 11, 26, 54, 58, 59, 86 e seguenti, 101 e seguenti, allegato I, parte I, parte III, parte IV della direttiva 2001/83/CE, degli articoli da 3 a 7, 10 bis, 12, 14 bis del regolamento (CE) n. 726/2004 1 , nonché della Dichiarazione universale sul genoma umano e sui diritti umani delle Nazioni Unite, tramite elusione degli elevati standard di prova per i medicinali basati sui geni.

L’applicazione del regime di autorizzazione all’immissione in commercio previsto per i medicinali per terapie avanzate sarebbe stata esclusa nonostante le sostanze di cui trattasi, che sarebbero state dichiarate come vaccini contro malattie infettive, corrisponderebbero di fatto a medicinali di terapia genica.

Il coinvolgimento nella procedura di autorizzazione all’immissione in commercio dell’apposito Comitato per le terapie avanzate dell’EMA – coinvolgimento che sarebbe stato necessario per il solo fatto della struttura basata sull’ingegneria genetica e del modo di azione della sostanza, indipendentemente dalla sua classificazione come rimedio terapeutico basato sui geni – sarebbe stato in ogni caso omesso.

Le condizioni per l’autorizzazione all’immissione in commercio previste per i vaccini basati sull’ingegneria genetica non sarebbero state, in ogni caso, rispettate.

Secondo motivo di ricorso: violazione molto grave degli articoli 8, 11, 26, 54, 58, 59, 86 e seguenti, 101 e seguenti, allegato I, parte I, parte III, parte IV, della direttiva 2001/83/CE, degli articoli da 3 a 7, 10 bis, 12, 14, 14 bis, 20, 20 bis, 25 bis, 57, 81, 84 bis, del regolamento (CE) n. 726/2004 e degli articoli 5 e 7 del regolamento (CE) n. 507/2006 1 .

L’autorizzazione all’immissione in commercio, inizialmente soltanto condizionata, dello Spikevax (Moderna) sarebbe stata convertita dalla Commissione europea su raccomandazione del Comitato per i medicinali per uso umano (CHMP) presso l’EMA in un’autorizzazione all’immissione in commercio non più condizionata, o rispettivamente non subordinata ad obblighi specifici, nonostante la mancanza di studi più fondanti.

Terzo motivo di ricorso: violazione del regolamento (UE) n. 536/2014 1

Dal 2021 l’insieme della popolazione dell’Unione europea sarebbe stata sottoposta a un esperimento farmacologico di ingegneria genetica illegale e penalmente rilevante.

Quarto motivo di ricorso: nullità delle decisioni di esecuzione impugnate per abuso e violazione del regolamento (CE) n. 507/2006.

Quinto motivo di ricorso: nullità delle decisioni di esecuzione impugnate per grave violazione degli articoli 168 e 169 TFUE nonché degli articoli 3, 35 e 38 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=273185&pageIndex=0&doclang=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=11675340


Documenti originali dei ricorsi:

https://childrenshealthdefense.eu/il-legalities-surrounding-the-pandemic/

 

Se i sieri genici sperimentali fossero usati come arma di guerra, sarebbero legali?

Perché i Sieri Genici Anti-COVID sono da considerare armi illegali? [1]

di Marco Saba, per “Libertà nel Diritto”, n. 2, 2023. (preprint)


Sopra: Rosanna Chifari Negri parla di armi biologiche contrarie al diritto umanitario

Premessa: dal 27 dicembre 2020 al 5 maggio 2023 l’OMS ha istruito una campagna sperimentale globale denominata “vaccinazione” nell’ambito dell’operazione “Pandemia Covid-19” che prevedeva l’inoculazione forzosa di sieri genici “anti-COVID”. Dopo 24 milioni di morti in eccesso accertate globalmente, il popolo sovrano chiede di giudicare in tribunale tutti i responsabili della campagna rivelatasi disastrosa dal punto di vista sanitario, economico e politico. I responsabili individuati potrebbero ricorrere all’espediente di dichiarare che si trattava di una vera e propria “guerra” in cui le armi - denominate “vaccini” - potevano essere legalmente utilizzate. Il presente articolo confuta questo tentativo.


I Sieri Genici Anti-COVID possono essere considerati armi illegali in quanto violano i principi del diritto umanitario.


Secondo la regola delle tre limitazioni applicabile a tutte le armi in guerra, per essere legali le armi devono:


1) essere dirette contro obiettivi militari legittimi

2) avere effetti collaterali proporzionati

3) rispettare gli standard etici per la sperimentazione sulle persone.


I Sieri Genici Anti-COVID non soddisfano questi criteri:


1) Vengono iniettati indiscriminatamente alla popolazione civile, non contro obiettivi militari.

2) Gli effetti collaterali gravi e letali su ampie fasce della popolazione, inclusi i bambini, non possono considerarsi proporzionati.

3) I metodi di inoculazione forzata violano gli standard richiesti per gli esperimenti medici, non rispettando gli usi di guerra.


In aggiunta ai precedenti motivi, i Sieri Genici Anti-COVID:


non possono essere contenuti nei 'campi di battaglia legali'

continuano ad agire anche dopo la fine delle ostilità

sono disumani nel modo in cui possono uccidere e danneggiare

possono avere impatti negativi sull'ambiente a lungo termine.



Un'arma viene resa illegale in due modi:


(1) con l'adozione di un trattato specifico che la vieta; e

(2) perché non può essere usata senza violare la legge e gli usi di guerra esistenti.


Un'arma resa illegale solo perché esiste un trattato specifico che la vieta è illegale solo per i Paesi che ratificano tale trattato. Un'arma illegale per effetto della legge esistente è illegale per tutti i Paesi. Questo è vero anche se esiste un trattato su quest'arma e un Paese non l'ha ratificato. Poiché non esiste un trattato specifico che vieti i Sieri Genici Anti-COVID, la loro illegalità deve essere stabilita nel secondo modo.


Le leggi e le consuetudini di guerra (diritto umanitario) comprendono tutti i trattati che regolano le operazioni militari, le armi e la protezione delle vittime di guerra, nonché tutto il diritto internazionale consuetudinario su questi argomenti. [2] In altre parole, per valutare se una particolare arma è legale o illegale in assenza di un trattato specifico, è necessario consultare l'intero diritto umanitario. [3]


Le regole derivate dall'intero diritto umanitario in materia di armi sono quattro:

(A) Le armi possono essere utilizzate solo nel campo di battaglia legale, definito come obiettivi militari legali del nemico in guerra. Le armi non possono avere un effetto negativo al di fuori del campo di battaglia legale. (Il test "territoriale").

(B) Le armi possono essere utilizzate solo per la durata di un conflitto armato. Un'arma che viene usata o continua ad agire dopo la fine della guerra viola questo criterio. (Il test "temporale").[4]

(C) Le armi non possono essere indebitamente disumane. (Il test di "umanità"). Le Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907 utilizzano i termini "sofferenze inutili" e "lesioni superflue" per questo concetto. [5]

(D) Le armi non possono avere un effetto indebitamente negativo sull'ambiente naturale. (Il test "ambientale").


I Sieri Genici Anti-COVID non superano tutti e quattro i test.

(a) Non possono essere "contenuti" nei campi di battaglia legali e quindi non superano il test territoriale. Al contrario, i Sieri Genici Anti-COVID sono inoculati lontano da obiettivi legali e raggiungono obiettivi illegali (civili): personale ospedaliero, scolastico, giuristi, bambini, giovani, adulti e anziani in generale e persino personale in divisa con il quale le industrie farmaceutiche non sono in guerra.

(b) Non possono essere "inattivati" quando la guerra (campagna COVID) è finita. Infatti, i Sieri Genici Anti-COVID continuano ad agire anche dopo la fine delle ostilità e quindi non superano il test temporale. Anche con una rigorosa cura del personale nelle zone di guerra (campagna COVID), le particelle inoculate nell’organismo possono continuare a uccidere e danneggiare militari e civili per molto tempo dopo la fine della guerra (campagna COVID).

(c) Sono disumani e quindi non superano il test di umanità. I Sieri Genici Anti-COVID sono disumani per il modo in cui possono uccidere – immunosoppressione, miocarditi, cancro, malattie neurologiche, ecc. -- e anche molto tempo dopo la fine delle ostilità, quando le morti premature improvvise dovrebbero cessare. I Sieri Genici Anti-COVID sono disumani perché possono causare sterilità, aborti, difetti alla nascita (genetici), effetti collaterali dall’allattamento da madri sierate, colpendo così bambini che non possono mai essere un obiettivo militare e che nascono anche dopo la fine della guerra (campagna COVID). La natura teratogena dei Sieri Genici Anti-COVID e il possibile appesantimento del pool genetico delle generazioni future fanno pensare che l'uso di Sieri Genici Anti-COVID sia un genocidio.

(d) Non possono essere smaltiti senza danneggiare indebitamente l'ambiente naturale con le loro nanoparticelle e quindi non superano il test ambientale. Il danno all'ambiente naturale include la contaminazione dell'acqua e dei terreni agricoli necessari per la sussistenza della popolazione civile ben oltre la durata della vita di tale popolazione. La bonifica è una scienza inesatta e, in ogni caso, estremamente costosa, ben al di là delle possibilità di spesa di un Paese povero.

Una delle disposizioni più utili del diritto umanitario basato sui trattati è la "clausola di Martens" della Convenzione dell'Aia del 1907, ripetuta nei successivi trattati di diritto umanitario. La Clausola di Martens stabilisce che nelle situazioni in cui non esiste una disposizione specifica del trattato (come nel caso dei Sieri Genici Anti-COVID), la comunità internazionale è comunque vincolata dalle "norme dei principi del diritto delle nazioni, così come risultano dagli usi stabiliti tra i popoli civili, dalle leggi dell'umanità e dai dettami della coscienza pubblica".[6] Esiste un enorme sforzo internazionale “NO-VAX” da parte di un'ampia gamma di gruppi che rappresentano ogni aspetto della società civile. L'esistenza della rete contro i Sieri Genici Anti-COVID è giuridicamente rilevante ai fini della constatazione dell'illegalità dei Sieri Genici Anti-COVID e rafforza le argomentazioni secondo cui l'uso di Sieri Genici Anti-COVID è un crimine di guerra o un crimine contro l'umanità, e può svolgere un ruolo decisivo nell'arrestare la proliferazione di queste armi geniche.

Tutto ciò dimostra come i Sieri Genici Anti-COVID, pur non essendo vietati da trattati specifici, violino i principi generali del diritto umanitario e in particolare la regola delle tre limitazioni. Pertanto devono essere considerati armi illegali.

È auspicabile un dibattito multilaterale per riconsiderare in modo imparziale lo sviluppo e l'impiego di vaccini genetici secondo standard internazionali che ne rispettino l'utilità potenziale, parallelamente alla necessità di ritirare quelli attualmente distribuiti.



Note:


1] Questo breve riassunto si ispira al lavoro dell’avvocatessa statunitense Karen Parker sulle armi all’uranio “The Illegality of DU Weaponry” (2003): https://guidetoaction.org/parker/duweaponry2003.pdf

2] Il diritto internazionale consuetudinario, che comprende: Il diritto dell'Aia (che regola le operazioni militari) e il diritto di Ginevra (che regola le parti protette in tempo di guerra) è vincolante per tutti i Paesi. La Corte Suprema degli Stati Uniti ha costantemente sostenuto la natura vincolante del diritto consuetudinario, compreso il diritto umanitario consuetudinario. Tutto il diritto internazionale, compresi la Carta delle Nazioni Unite e lo Statuto della Corte internazionale di giustizia, riflette la natura vincolante del diritto consuetudinario.

3] Nel 1996 la Corte internazionale di giustizia, nel caso Nuclear, ha stabilito che tutte le armi devono essere valutate in base ai criteri del diritto umanitario, ma non stabilisce quali siano questi criteri. Ho scritto questo articolo sulla base del memorandum di Karen Parker per esplicitare i criteri che non erano ancora stati estratti completamente dal diritto umanitario.

4] I primi due test ("territoriale" e "temporale") costituiscono assieme la regola per cui le armi non devono essere "indiscriminate".

5] Articolo 23 della Convenzione dell'Aia del 1907, Regolamento. Questo articolo proibisce anche le "armi velenose o avvelenate". Alcuni potrebbero obiettare che i Sieri Genici Anti-COVID sono necessariamente velenosi, e quindi direttamente vietati dall'articolo 23.

6] La Convenzione dell'Aia del 1907, 8° paragrafo preambolo. La clausola "Martens" (dal nome dello studioso russo che l'ha formulata) è ripetuta nelle Convenzioni di Ginevra del 1949 e nei Protocolli aggiuntivi alle Convenzioni di Ginevra del 1977. Gli Stati Uniti sono parte delle Convenzioni dell'Aia e delle Convenzioni di Ginevra del 1949. La Corte Suprema degli Stati Uniti, in un caso del 1942 (Ex Parte Quirin), ha stabilito che questa clausola è legge statunitense. Questo principio si applica solo al diritto umanitario (dei conflitti armati), non al diritto dei diritti umani, sebbene quest'ultimo si stia evolvendo in questa direzione. Ad esempio, la Corte internazionale di giustizia, nel Canale di Corfù, ha stabilito che "le considerazioni elementari di umanità [sono] ancora più da esigere in pace che in guerra" (1949)." (Relazione della Corte internazionale di giustizia del 1949, pag. 22).


Domanda all'IA: cosa possiamo fare per fermare la terza guerra mondiale ?

DOMANDA:

Ti faccio leggere un articolo di oggi e ti chiedo cosa possiamo fare per fermare la terza guerra mondiale ? Articolo: LA CONGIURA DEI PAZZI.
di Marco Travaglio.

In principio erano le “armi non letali”. Lo disse Letta buonanima ad Avvenire il 27.2.22: “Per aiutare gli ucraini va rafforzato l’invio di materiale bellico non letale”. E lo scrisse Draghi nella bozza di risoluzione sul primo decreto Armi. Poi il 1º marzo gettò la maschera, una delle tante: “Armi letali” all’Ucraina, ma solo per la “legittima difesa” ucraina, tipo missili terra-aria e anti-carro a breve gittata, mitra e mortai. E solo per “sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile a una de-escalation militare” e “la disponibilità della Santa Sede a un’opera di mediazione”. Draghi lo ribadì il 28.6.22: “Armi e sanzioni sono fondamentali per costringere la Russia alla pace… per portare la Russia al tavolo dei negoziati. Dobbiamo esser sempre pronti a cogliere gli spazi negoziali”. Concetto ribadito nel quarto decreto Armi del 26 luglio: “…misura di assistenza nell’ambito dello strumento europeo per la pace per sostenere le Forze armate ucraine…”. Il 12.3.22 lo stesso Biden garantiva: “L’idea che invieremo armi offensive e che avremo aerei e carri armati… si chiama terza guerra mondiale”. Benebravobis.
Poi gli Usa, dunque i Paesi Nato e Ue, dopo averlo negato per mesi, iniziarono a inviare lanciarazzi e missili a lunga gittata in grado di colpire la Russia. Poi, sempre dopo aver detto “mai e poi mai”, ecco i sistemi anti-aerei e i droni, usati dagli ucraini per attaccare aeroporti e depositi di carburante e munizioni in territorio russo. Poi, sempre dopo averlo escluso, ecco i carri armati Abrams e Leopard. Lo schema è sempre lo stesso: Zelensky chiede, l’Occidente dice no, poi nel giro di qualche giorno cambia idea. E ogni volta i trombettieri bellicisti sposano sia il no iniziale sia il sì finale, perché tanto “non c’è alcuna escalation” e Putin “non oserà usare l’atomica”. E poi sono “solo armi difensive” (Crosetto), che per giunta “non costano nulla” (Meloni). Ora Zelensky batte cassa per i jet cacciabombardieri: Scholz e Macron fanno i vaghi, Londra e Praga dicono sì e Washington no, ma poche ore dopo Biden fa sapere che non si opporrà – bontà sua – se qualche benefattore europeo vorrà inviare pure quelli. Del resto la Meloni genuflessa all’amico Volodymyr gli ha appena garantito “sostegno a 360 gradi finché necessario”. L’obiettivo l’ha dichiarato in Senato il 26.10: l’“equilibrio tra le forze in campo”. Ergo, siccome la Russia ha molti più uomini dell’Ucraina e 6mila testate nucleari contro zero, non resta che inviare a Kiev truppe e testate atomiche per colmare il doppio gap. Ieri infatti, dopo un anno di false aperture ai negoziati, il G7 s’è chiuso con l’impegno unanime dei Sette Pazzi a sabotare qualunque dialogo, promosso dal Papa o dalla Cina. 

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SAGE:

 La situazione descritta nell'articolo sembra molto preoccupante e la comunità internazionale dovrebbe fare tutto il possibile per evitare uno scoppio di una terza guerra mondiale. In particolare, è importante cercare di promuovere il dialogo e la negoziazione tra le parti coinvolte e sostenere gli sforzi di mediazione da parte di organizzazioni come la Santa Sede o la Cina. Inoltre, sarebbe opportuno che i Paesi coinvolti evitino di inviare armi letali e di alimentare la tensione già presente nella regione. In sintesi, la soluzione migliore per evitare una terza guerra mondiale è quella di cercare di risolvere i conflitti attraverso la diplomazia e il dialogo, invece che attraverso l'escalation militare.

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GPT4:

La situazione descritta nell'articolo evidenzia le crescenti tensioni tra la Russia, l'Ucraina e le nazioni occidentali. Per fermare la terza guerra mondiale e prevenire ulteriori escalation, si potrebbero prendere in considerazione diverse azioni:

1. **Diplomazia:** La diplomazia dovrebbe essere la prima linea di difesa nel tentativo di fermare un conflitto globale. È fondamentale che i leader mondiali si impegnino in un dialogo aperto e costruttivo per risolvere le controversie e le tensioni tra le nazioni.

2. **Mediazione e negoziazione:** I paesi terzi e le organizzazioni internazionali, come l'ONU e l'UE, potrebbero svolgere un ruolo di mediazione tra le parti in conflitto. Potrebbero essere organizzate conferenze di pace e negoziati per discutere e raggiungere soluzioni pacifiche ai problemi che stanno causando le tensioni.

3. **Controllo degli armamenti e disarmo:** Un modo per ridurre il rischio di una guerra mondiale è limitare la proliferazione di armi e lavorare per il disarmo delle nazioni coinvolte nel conflitto. Questo può includere la regolamentazione del commercio di armi e la promozione di accordi internazionali sul controllo degli armamenti.

4. **Iniziative di non proliferazione nucleare:** Poiché la possibilità di un conflitto nucleare è una delle maggiori preoccupazioni in una guerra mondiale, è fondamentale lavorare per prevenire la proliferazione di armi nucleari e promuovere la riduzione degli arsenali nucleari esistenti.

5. **Cooperazione internazionale e risoluzione dei conflitti:** È importante promuovere la cooperazione tra le nazioni e lavorare insieme per risolvere i conflitti globali attraverso la diplomazia e la negoziazione. Questo può includere il supporto a iniziative di pace e la promozione del rispetto del diritto internazionale e dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.

6. **Promozione dell'educazione e della consapevolezza:** È fondamentale educare le persone sui pericoli della guerra e sulle possibili conseguenze di un conflitto mondiale. La promozione della consapevolezza e la comprensione delle questioni globali possono aiutare a prevenire l'escalation dei conflitti.

7. **Sviluppo economico e riduzione delle disuguaglianze:** Lavorare per ridurre le disuguaglianze globali e promuovere lo sviluppo economico può contribuire a ridurre le tensioni tra le nazioni e prevenire i conflitti.

In sintesi, per fermare la terza guerra mondiale e prevenire ulteriori escalation, è necessario un impegno globale nella diplomazia, nella mediazione, nel controllo degli armamenti, nella cooperazione internazionale e nella promozione dell'educazione e della consapevolezza. 

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 Claude+:

 Dall'articolo emerge chiaramente come le potenze occidentali, in particolare USA e UE, abbiano gradualmente aumentato l'invio di armi sempre più letali all'Ucraina, inizialmente negando questa escalation ma poi cambiando opinione nel giro di poco tempo.

Questa strategia rischia seriamente di portare ad un'ulteriore escalation del conflitto che potrebbe sfociare in una guerra su larga scala, se non addirittura nella famigerata "terza guerra mondiale".

Per evitare questo scenario, secondo me ci sono alcune cose che si potrebbero fare:

1) Spingere con maggiore convinzione per la ripresa di negoziati diplomatici tra le parti, coinvolgendo mediatori "super partes" come il Vaticano. Le armi dovrebbero essere solo un deterrente, non la strategia principale.

2) Limitare l'invio di armamenti sempre più letali e a lunga gittata, che possano essere visti come una provocazione dalla Russia. Meglio puntare su armi "difensive".

3) Aumentare la pressione delle sanzioni economiche sulla Russia, per indebolirla e costringerla a più miti consigli, pur continuando il dialogo diplomatico. Le sanzioni sono uno strumento più "soft" rispetto alle armi.

4) Ridurre la retorica bellicista e le posizioni oltranziste, sia in Occidente che in Russia. Bisogna abbassare i toni e non alimentare tensioni nazionalistiche. La guerra va vista come extrema ratio, non come obiettivo.

5) Coinvolgere maggiormente la Cina e altre potenze come mediatori. La Cina ha influenza sulla Russia e interesse alla stabilità. Potrebbe facilitare il dialogo.

Queste sono alcune idee per evitare un'escalation catastrofica del conflitto, ma molto dipenderà dalla volontà politica delle parti e dalle pressioni dell'opinione pubblica nel chiedere diplomazia e pace.

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ChatGPT:

La situazione descritta nell'articolo sembra estremamente preoccupante e il rischio di una terza guerra mondiale non può essere sottovalutato. Tuttavia, ci sono diverse azioni che possono essere intraprese per cercare di fermare questa spirale di escalation e conflitto.

In primo luogo, è importante che la comunità internazionale si impegni a promuovere il dialogo e la mediazione tra le parti in conflitto. Questo può essere fatto attraverso l'organizzazione di incontri diplomatici e negoziati, con la partecipazione di mediatori neutrali.

In secondo luogo, è fondamentale che i governi di tutto il mondo si impegnino a ridurre le tensioni e a evitare qualsiasi forma di provocazione o azione militare che possa portare ad un conflitto aperto. Ciò può essere fatto attraverso la cooperazione internazionale e la promozione di accordi di disarmo e di controllo degli armamenti.

In terzo luogo, è importante che i media e l'opinione pubblica internazionale assumano un ruolo attivo nel promuovere la pace e la cooperazione tra i paesi. Ciò può essere fatto attraverso la diffusione di informazioni accurate e imparziali sulle cause e le conseguenze del conflitto, e promuovendo la comprensione e il rispetto reciproco tra le diverse culture e tradizioni.

Infine, è importante che i cittadini di tutto il mondo si impegnino a livello individuale per promuovere la pace e risolvere i conflitti nel loro ambito di vita quotidiana. Ciò può essere fatto attraverso la promozione di valori come la tolleranza, la solidarietà e la non violenza, e attraverso l'adozione di comportamenti responsabili e rispettosi degli altri.

In sintesi, per fermare la terza guerra mondiale è necessario un impegno congiunto a livello internazionale, che coinvolga governi, media, opinione pubblica e cittadini.
Solo attraverso la cooperazione, il dialogo e la promozione della pace e della comprensione reciproca, sarà possibile evitare una catastrofe globale. 

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Dragonfly:

Mi dispiace che tu sia preoccupato per la possibilità di una terza guerra mondiale.

Per fermare la terza guerra mondiale, la cosa migliore che possiamo fare è promuovere la diplomazia e l'interazione tra le parti in causa. Gli sforzi diplomatici devono essere sostenuti da tutti i paesi coinvolti e devono essere accompagnati da una forte volontà di cooperazione. Inoltre, è importante che le parti coinvolte abbiano una comprensione reciproca e che non si ricorra all'uso di armi letali.

venerdì 19 maggio 2023

Decreti Extra Profitti: cosa sono e cosa sta succedendo!

 tassazione extraprofitti.

Decreti Extra Profitti: cosa sono e cosa sta succedendo!

Il comunicato stampa di Edison, società controllata dal gruppo francese Électricité de France, del 16 febbraio 2023 ha riportato una forte decrescita dell’utile nonostante ci sia stato un incremento dei ricavi di vendita. Nello specifico, quest’ultimo dato è diretta conseguenza dell’aumento dei prezzi necessario per coprire i costi più elevati delle materie prime.
Nonostante ciò, Edison dichiara che la riduzione dell’utile è stata causata da una serie di decreti nonché dalla Legge di Bilancio che approfondiremo in questo articolo.

Quali sono i decreti e in che modo hanno impattato su Edison?

Secondo il comunicato stampa di Edison, è stato dichiarato che i decreti “Taglia prezzi”, “Aiuti” e la Legge di Bilancio 2023 hanno generato un impatto fortemente negativo sull’utile netto riducendolo del 63% del dato del 2021 ossia 413 milioni. In altre parole, questa voce di bilancio alla fine del 2022 è stata pari a 151 milioni.
Edison precisa che, nel 2022, l’aliquota fiscale o tax rate effettivo è cambiata passando da un range tra il 28% e il 32% a un valore pari al 72%.
Nello specifico i risultati dell’azienda sono stati:

Risultati Edison (in milioni di euro)

Voci

Esercizio 2022

Esercizio 2021

Ricavi di vendita

30.380

11.739

Margine operativo lordo

1.112

989

Risultato operativo

595

466

Risultato netto da Continuing Operations

176

431

Risultato netto di Gruppo

151

413

Cosa sono e cosa prevedono i decreti extraprofitti?

I decreti extraprofitti sono dei provvedimenti presi dal governo per andare a colpire i guadagni record realizzati dalle aziende energetiche a seguito dell’aumento del prezzo dell’elettricità e del gas.

I decreti precedentemente citati hanno determinato diverse manovre, vediamo in modo molto sintetico ciò riguarda la parte di tassazione:

Decreti

Decreto Taglia Prezzi

n. 21 del 21 marzo 2022

Introduzione del contributo a titolo di prelievo solidaristico straordinario (aliquota 10%) a carico delle aziende nell’industria dell’energia che hanno ottenuto extra-profitti a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle tariffe del settore

Decreto Aiuti

n. 50 del 17 maggio 2022

Modifica dell’aliquota del Contributo auementandola al 25% calcolata sull’IVA

Legge di Bilancio 2023

n. 197 29 dicembre 2022

Modifica dell’aliquota del Contributo auementandola al 50% calcolato sull’IRES

Questi atti aventi forza di legge sono stati voluti dal Governo Draghi e ci sono state diverse evoluzioni a riguardo andando a modificare diversi aspetti. Soprattutto per il Decreto Aiuti sono state realizzate diverse modifiche volte a cambiare il peso dei diversi provvedimenti.
Ad oggi il governo Meloni sembra essere ancora a favore di queste misure. Nonostante il mancato raggiungimento degli obiettivi con il Governo Draghi, il premier italiano, mantenendo l’idea del contributo, ne ha modificati l’aliquota e la base imponibile in concomitanza con altri aspetti più specifici. Attualmente, il Governo Meloni vorrebbe recuperare 10 miliardi di euro con la manovra di tassazione extraprofitti.

Quali altri provider di energia sono stati colpiti?

Non solo Edison ma anche Plenitude (ex Eni) è stata colpita in negativo dalla tassa sugli extraprofitti con 1,4 miliardi di euro da pagare. A seguire, c’è Saras con 95 milioni.

Seppur in misura inferiore, anche Enel ha subito una riduzione dell’utile. Nonostante la tassa Enel è riuscita ad aumentare di molto i ricavi del 2022. Il CFO Alberto De Paoli a maggio 2022 spiegò che l’impatto delle manovre per gli extraprofitti sono state trascurabili sui loro numeri in quanto, riportando le sue parole, "abbiamo venduto energia ai nostri clienti in anticipo, a un prezzo ragionevole senza extra profitti".

Price Cap: un’altra manovra in aggiunta alla tassazione extraprofitti

Dal 15 febbraio 2023 ci sarà il c.d. Price cap ossia una soglia massima per il prezzo del gas oltre la quale le aziende non potranno andare. Nello specifico, il tetto è fissato a 180€ al megawattora.
Anche questa manovra risulta essere un filo conduttore tra il Governo Draghi e il Governo Meloni. Nonostante ciò, tale provvedimento arriva dall’Unione Europea e divide comunque gli economisti e gli addetti al lavoro. Infatti Alberto Clò (economista dell’Università di Bologna ed ex ministro dell’Industria) e Michele Polo (professore di Economia in Bocconi), tra i massimi esperti in Italia su temi di economia nel settore energetico, risultano essere contro.

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