"Il
bambino e l'acqua sporca"
di xxxxxxxxxxx
Roma, Gennaio 1986
Antonino, poco
più che trentenne, è nella cucina di casa sua. Sua moglie ha l'abitudine di chiamarlo ogni volta che va in bagno. La loro piccola
figlia gioca nella cameretta. Antonino scocciato esce dalla cucina
per andare verso il bagno, fatti pochi passi sente il vetro della
cucina rompersi. Un attimo dopo una forte esplosione frantuma tutto
...
Roma, 1 marzo 1968
Antonino non ancora quindicenne ha
fatto sega a scuola. Scherza con gli amici in tram su dove passare la
mattina. Il tram si ferma. Quello che si presenta davanti ai loro
occhi sono gli scontri di Valle Giulia.
Antonino prende parte
attiva al movimento che sogna la rivoluzione. Nella sua famiglia la
cosa non è ben vista: suo padre è Giovanni Galloni, uno dei leader
della democrazia cristiana, amico e strettissimo collaboratore di
Aldo Moro. Sua madre una rispettata professoressa, persona cordiale e
molto ironica. Gli scontri in famiglia si acuiscono, i genitori non
vogliono che Antonino partecipi alle manifestazioni. Le tasche del
cappotto bucate dalle molotov premute a forza testimoniano la sua
adesione alla lotta attiva nel movimento marxista leninista. I
sanpietrini che volano e le cariche della polizia diventano parte del
suo quotidiano. Il suo carattere è sincero e sognatore, la sua
determinatezza e il suo esser poco incline ai compromessi gli fanno
acquisire subito una posizione di leader.
In uno dei tanti
scontri in famiglia suo padre apre la porta della camera del figlio e
gli urla " vuoi fare il comunista ? Prima di farlo leggiti
questo "e gli lancia addosso i sei volumi de “Il capitale”
di Marx.
Antonino apre il primo libro ed inizia a leggere, da
quel giorno approfondirà ancora di più la sua passione: l’economia.
Il suo impegno nel movimento marxista leninista aumenta con la
consapevolezza maggior di chi approfondisce la materia studiando.
Antonino si iscrive a legge, approfondisce sempre più i temi
economici, vive fuori casa dei genitori mantenendosi con piccoli
lavoretti. Sente il bisogno di libertà, vuol dare un senso alla sua
lotta politica cercando di capire e pensare il mondo del futuro, fra
giornate passate a studiare e manifestazioni e corsi di addestramento
quasi in stile militare per fronteggiare le cariche della polizia
durante le manifestazioni
La sua leadership nel movimento
aumenta e nel 1971 partecipa al congresso di Bracciano dove si
riuniscono molti gruppi marxisti leninisti. In questo congresso una
parte, capitanata da Renato Curcio, decide per la lotta armata e
quindi per la clandestinità: nascono le Brigate Rosse. Antonino
prende subito le distanze ... non riteneva quello il modo di
lottare
Nel 1973 Antonino anticipa il servizio militare ed al
ritorno il suo disorientamento aumenta, molte cose sono cambiate: i
luoghi dei dibattiti sono stati abbandonati, sono arrivate persone
nuove, i dibattiti e il clima di confronto di una volta sono
scomparsi. I nuovi arrivati hanno poche idee e poca capacità di
approfondimento, in compenso la lotta armata si fa sempre più
violenta. Antonino è sempre più lontano da quei movimenti, forse
anche più solo. Sublima il suo disagio studiando molto,
approfondendo sempre di più lo studio dell’economia. Nel 1975 si
laurea. La famiglia è contenta del progressivo allontanamento di
Antonino dai gruppi più estremisti, ed in particolare Autonomia
Operaia. Antonino teme che questo gruppo sia infiltrato dai Servizi
Segreti. Inoltre Antonino capisce che lo sfondo sociologico è
cambiato ovvero il proletariato non vuole più la rivoluzione ma
diventare classe media.
Antonino racconta al telefono ad
un amico della sua esperienza a Berkeley e del suo attuale impegno
nel preparare il concorso per il ministero studiando sui libri di
Federico Caffè. Un'edizione straordinaria annuncia il rapimento di
Aldo Moro. Le immagini dell'auto crivellata di colpi riempiono le
case degli italiani. Le immagini del passato riempiono i pensieri di
Antonino, la sua famiglia e quella di Moro si conoscono da sempre e
suo padre Giovanni è una delle persone più vicine a Moro. Quei 55
giorni sconvolgono la sua famiglia, le immagini scorrono fra passato
e presente. I pensieri tornano al congresso di Bracciano: la
degenerazione di quei gruppi, infiltrati dai servizi, crea la
struttura operativa del sequestro Moro. Al contempo pensa alla forte
vicinanza con la sua famiglia, le cene, gli incontri e soprattutto i ricordi
di infanzia, i giochi con il presidente quando alle due famiglie
capitava di vedersi durante il periodo delle vacanze estive nella
zona Pontina, la famiglia del presidente a Terracina e quella di
Antonino a Sperlonga
Antonino sente il senso di impotenza del
partito trasmesso dalla desolazione del padre, l'incapacità di
capire se la linea della fermezza sia quella giusta. Antonino ritiene
di sì, non bisogna cedere. Il ritrovamento del corpo di Moro nella
R4 di via caetani toglie il fiato, la rabbia segna i volti dei
familiari e il ricordo immediato va all’infanzia di Antonino quando
sentì dire “ Hanno ammazzato Mattei “. La stessa enfasi, le
stesse parole di rabbia riempiono quel terribile giorno
Un
professore di economia presenta Antonino al prof. Federico Caffè, il
grande economista italiano di scuola keynesiana. Caffè aveva letto
degli articoli geniali di questo giovane laureato. Quasi
contemporaneamente Antonino vince il concorso ed inizia a lavorare al
ministero del bilancio. I due si vedranno assiduamente per circa tre
anni due volte a settimana. Lo studio dell’università e la casa
del prof. Caffè saranno la più grande opportunità di formazione
economica che potesse sperare. In quelle 4 mura matura il suo
pensiero economico, sublima la sua essenza anarchica dandogli un
valore positivo e costruttivo, senza il quale non avrebbe potuto
affrontare lo scontro ideologico e di potere che lo aspettava
all'interno del ministero.
" Speriamo che non buttino via
il bambino con l'acqua sporca ".... Le parole di Caffè ...
Queste parole rimbalzeranno dentro la testa di Antonino per
mesi.
Il ministro Andreatta stava valutando la possibilità di
separare il ministero del tesoro dalla banca d'Italia ovvero ogni
volta che lo stato ha bisogno di denaro per qualsiasi forma di spesa
pubblica non ricorre più alla banca d'Italia che stampa moneta a
bassissimo tasso d'interesse ma è costretto a ricorrere al mercato
dei capitali, che può decidere se finanziare o meno l'Italia. Seppur
lo faccia è comunque ad alti tassi d'interesse. Il bambino era lo
sviluppo che il legame banca d'Italia-tesoro permetteva e l'acqua
sporca la corruzione, la famosa questione morale di Berlinguer,
l'alibi con cui si giustificava la necessità di questa divisione.
"
Così esploderà il debito pubblico ... Segheremo le gambe a
tantissime imprese e alle future generazioni " queste le parole
di Antonino nello scontro con il ministro che rimane inflessibile. Da
lì a poco il ministro scrive la famosa lettera che svincolerà la
Banca d’Italia dall’obbligo di comprare i titoli del debito
pubblico.
Antonino redige un prospetto in cui in
maniera analitica fa vedere come l'Italia entrerebbe in un declino
economico senza fine. Il ministro lo tratta con sufficienza dicendo
che stava esagerando. Niente da fare, sembra che questo indirizzo
ministeriale non possa essere cambiato. Antonino capisce che deve
usare altre strade. Inizia un giro di consultazioni per trovare
quell'appoggio politico che possa impedire una scelta tanto
disgraziata.
Passi veloci attraverso corridoi, porte che si
aprono, consultazione e arrabbiature. I corridoi kafkiani all'inizio
diventano percorsi da fare e rifare, da conoscere palmo a palmo.
Antonino trova alcuni appoggi nella democrazia cristiana, nel partito
socialista e nel partito comunista. Gli scontri con il ministro (
anche con i successori Carli e Goria ) si faranno sempre più duri.
Antonino è estremamente determinato e sanguigno e con poca capacità
diplomatica. Anche suo padre, che condivide il suo punto di vista,
gli chiede di essere più moderato. La posizione del padre non è
delle più facili, approva la posizione del figlio ma allo stesso
tempo deve gestire i rapporti con il ministro che viene dal suo
stesso partito, i due si conoscono da tanti anni anche se
appartenenti a correnti politiche diverse.
La determinatezza di
Antonino ha buoni risultati, sale il numero di parlamentari contrari
alla divisione fra banca d'Italia e tesoro. Lo scetticismo sale e
diventa trasversale, Antonino sta costruendo la breccia. Lui, che
aveva avuto sempre forti conflitti con il partito comunista ( da
giovanissimo come marxista leninista poi per l’avvicinamento alla
democrazia cristiana ), non sperava di trovare tanto appoggio nel
partito comunista. Adesso Antonino non sente più la solitudine
iniziale, condivisa soprattutto con Federico Caffé. La speranza di
fermare questo progetto aumenta, cambia il sentiment in Parlamento.
Le forze politiche per rendere carta straccia la famosa lettera ci
sono.
Improvvisamente però … tutto il
partito comunista si sfila, Antonino non capisce perché. Si arrabbia
e chiede spiegazioni per una scelta che va contro gli ideali stessi
del partito comunista ovvero la protezione sociale. Dopo discussioni
e parole sussurrate da alcuni arriva la verità durante una furente
discussione con un membro del partito ...
Il governatore della
banca d'Italia Ciampi ha chiamato Berlinguer al telefono intimandogli
di lasciar perdere le questioni monetarie e questo giovane laureato
che rema contro il divorzio fra banca d'Italia e tesoro. Se questo
non accadrà il prezzo lo pagheranno i figli della nomenclatura
comunista tutti impiegati negli uffici studi delle banche,uno dei
luoghi formativi per diventare la nuova classe dirigente…
Antonino
capisce che si sta scontrando con qualcosa molto più grande di
quello che immaginava. Le speranze diminuiscono, la procedura corre
svelta per i tempi della politica, si formalizza anche la parte
tecnica della lettera. Le sponde politiche trovate diventano
insufficienti, altri lo abbandonano e la spinta iniziale si
esaurisce. Capisce che quello che sta per accadere sarà per l'Italia
l'inizio di un disastro economico.
Da lì a poco inizia lo
smantellamento del ministero del bilancio, il ministro va al tesoro.
Molti colleghi di Antonino verranno sostituiti da persone provenienti
dal fondo monetario internazionale e dalla banca mondiale, nessuno sa
mandate da chi e perché.
La lotta dentro il ministero si
affievolisce, rimangono Antonino e pochi altri fra cui il padre
formativo Federico Caffe. I partiti che vedevano con scetticismo
questa scelta sembrano abbandonarsi al corso degli eventi, un po per
pavidità un po perché il mondo stava cambiando. La dottrina
economica neo liberista era in piena esplosione con la Thatcher nel
Regno Unito e Reagan negli Stati Uniti.
Destino vuole
che nel 1985 Antonino sia chiamato per una collaborazione al
ministero delle partecipazioni statali, il luogo del prodromo di una
lunga serie di privatizzazioni che continueranno nei successivi 30
anni, spezzettando aziende che hanno successo e che creano lavoro.
Privatizzazioni nate proprio da l'incapacità dello stato di
autofinanziarsi a causa del divorzio fra banca d'Italia e Tesoro.
L'Italia stava iniziando a svendere l'argenteria di famiglia
Capo
della segreteria del sottosegretario di stato alla partecipazione
statali. Antonino assume un ruolo di alta responsabilità in un
ministero delicato e di altissimo peso strategico. Al ministero
Antonino conosce Castellari, l'uomo che conosce i dettagli su
Armamenti e nucleare. Un uomo di alta competenza e capacità. Fra i
due c'è stima reciproca umana e professionale, benché Castellari
abbia un ruolo molto più importante e di maggiore esperienza di
Antonino. Castellari si “suicida” su una collina fuori Roma nel
1993, le indagini saranno sviate per far pensare ad un’esecuzione,
quando invece era stata una farsa: lui era scappato in Paraguay.
|
Segio Castellari, consulente di banche per le privatizzazioni
|
Oltre ad occuparsi di rapporti fra
rappresentanti delle imprese statali, sindacati ed enti locali
Antonino si occupa di seguire le prime privatizzazioni di imprese
pubbliche, in particolare la regolarità del collocamento
dell'impresa in mani private. Occorre poco tempo per scoprire che
qualcosa non torna. Per incentivare il privato ad investire si
anticipano i guadagni dell'azienda, come contropartita si chiedono
garanzie sia a livello sindacale ( impegno a non licenziare ) sia a
livello di piani di investimento, tutto ciò che permetta
all'azienda di avere una continuità sia dal punto di vista delle
strategie che quello della tutela del lavoro. Antonino si accorge che
a volte le aziende private sono fittizie e una volta intascato il
denaro spariscono letteralmente. Antonino segue da vicino una di
queste aziende, come in altri casi i responsabili dell'azienda dopo
aver intascato i soldi spariscono. Antonino va fino in fondo, manda i
carabinieri nella sede della società a Lugano in Svizzera. L'insegna
della società è l'unica cosa che trovano, uffici vuoti e nessuna
persona. Come sempre Antonino non si dà per vinto e continua la
ricerca di queste persone, questa volta vuol arrivare fino in fondo.
Pochi giorno dopo Antonino rientra a casa dopo una lunga giornata di
lavoro. Saluta sua moglie e sua figlia e si rilassa in poltrona
leggendo il giornale. Passa un'ora e Antonino prepara qualcosa per
cena, il buon cibo è la sua passione. La sua bambina gioca nella
cameretta. Sua moglie in bagno lo chiama. Scocciato da questa
abitudine della moglie, ogni volta che lei va in bagno vuole che lui
sia fuori della porta, Antonino esce dalla cucina ed entra nel
corridoio. Antonino sente il vetro della finestra della cucina
frantumarsi, d'istinto si volta e un attimo dopo una forte esplosione
distrugge la cucina. Antonino si salva grazie alla strana abitudine
della moglie, solo qualche escoriazione e tanta polvere addosso. La
bambina che piange e la moglie che esce di corsa dal bagno gridando
sconvolta.
L'avvertimento è arrivato ... Da quel giorno la
relazione con sua moglie si incrina e non ci sarà possibilità di
recupero. Antonino non è disposto ad abbassare la guardia, sente il
suo lavoro, i suoi studi e la sua lotta come una missione, costi quel
che costi. La moglie non è disposta ad accettare più certi rischi,
soprattutto è intimorita per la figlia. Passano i mesi e alla fine
l'unica decisione possibile è quella della separazione
I suoi impegni professionali aumentano
progressivamente
Alla fine dell’86 esce dal ministero
delle partecipazioni statali ma ha raccolto incarichi importanti:
entra nel nel consiglio di amministrazione dell’Agip Coal e
Alluminia. Sempre nello stesso anno diventa Dirigente del servizio
studi e documentazione dell’Intersind e viaggia avanti ed indietro
con gli USA in quanto Board Director della Fintex corporation a
Houston. Nonché capofila di una missione di imprenditori in
Madagascar nel giugno Luglio 87. Oltre a questa attività
professionale continua la sua attività di studio nonché quella
accademica come professore di economia industriale alla Cattolica di
Milano, dall’87 all’89.
In Quegli anni Antonino approfondisce i
suoi studi sui temi monetari, pubblicando vari articoli e facendo
conferenze.
Nel settembre 1988 Antonino è invitato
al congresso di Saint Vincent, organizzato del senatore Donat Cattin,
il quale pubblica sulla sua rivista denominata Terza Fase gli
articoli di Antonino sulle tematiche monetarie. Durante il congresso
viene fuori chiaramente la previsione fatta diversi anni prima da
Antonino sulle conseguenze del divorzio fra banca d’Italia e
ministero del tesoro: raddoppio del debito pubblico ( addirittura
superando il Pil ) disoccupazione giovanile oltre il 50%. La
giornalista del Manifesto Norma Rangeri scrive un articolo parlando
di un oscuro funzionario del ministero del bilancio, all’epoca del
divorzio fra banca d’Italia e ministero del Tesoro, che aveva
previsto quello che poi effettivamente si è verificato. Questa
notizia rimbalza su vari media, Antonino è già un economista
affermato e conosciuto ma questo articolo lo mette sotto le luci del
proscenio. Antonino si muove da una conferenza all’altra cavalcando
l’onda mediatica fino a che riceve una lettera da Giulio Andreotti
che lo invita a collaborare per “ cambiare l’economia di questo
paese “. Entusiasta Antonino risponde mettendosi a disposizione del
governo Andreotti
Nel 1989 Paolo Cirino Pomicino diventa
ministro del bilancio e lo nomina capo di una struttura tecnica che
coordina tutta l’amministrazione ed un gruppo composto da 25
professori universitari. L'obiettivo è quello di far ripartire
un’economia disastrata proprio per quei motivi di cui Antonino
parla da almeno dieci anni. Secondo Antonino è necessario rallentare
il processo di integrazione europea al fine di permettere all’Italia
di entrare in Europa in una fase di sviluppo economico e non
nell’attuale fase recessiva. Antonino Viene invitato per un
confronto, che diventerà uno scontro, con Mario Monti alla Bocconi.
In questo incontro scontro non si misurano solo due persone
autorevoli ma due pensieri economici diametralmente opposti: quello
keynesiano facente capo a Federico Caffè in Italia e quello
neoclassico e liberista facente capo in Italia al premio Nobel
Modigliani. L’economia keynesiana sta finendo ai margini e il
liberismo selvaggio è già parte integrante di economie importanti
come quella inglese ed americana.
Nel giro di qualche settimana succede
il finimondo. Confindustria, fondazione Agnelli, e altri gruppi di
potere fanno scudo contro questo tentativo.
Antonino intuisce che lo stanno
mettendo fuori perche camminando per i corridoi dei ministero non
riceveva più i saluti e le gentilezze di chi è in auge. Qualcosa
non quadra e intuisce che lo stanno mettendo da parte. Antonino va da
Cirino Pomicino e chiede spiegazioni, Il ministro gli fa capire
subito di non parlare perche ci potevano essere i microfoni. Antonino
scrive sul foglio il suo pensiero, se c’erano state ingerenze da
fuori, in particolare una telefonata fatta da Elmut Kohl al ministro
Guido Carli su "questo Galloni" che remava contro il processo di
integrazione europeo. Pomicino annuisce a tutte le cose scritte di
pugno da Antonino. Appena finito di scrivere Pomicino prende il
foglio di carta e lo riduce in piccoli pezzetti per poi buttarlo nel
cestino
Antonino se ne esce salutando Pomicino
con un Grazie, per essere stato corretto con lui.
L’Italia sta per prendere un cammino
irreversibile che peserà su generazioni.
Nel silenzio dei media tutto si spegne
rapidamente …
Carlo Donat Cattin che ha una grande
stima di Antonino, seppur sia abituato a chiamarlo scherzosamente
"l’Anarchico", lo chiama al ministero del lavoro facendolo diventare
direttore generale. Al ministero Antonino affronterà il tema spinoso
della flessibilità nel mondo del lavoro che diventerà presto
precarietà, studiando i flussi migratori da lì a 20 anni e
annunciando disastri se non verrà cambiata la politica economica e
monetaria
Una normale famiglia italiana è a
pranzo e il padre chiede un po' di silenzio dicendo con entusiasmo
che stanno trasmettendo un momento storico per il nostro paese.
È il 7 febbraio 1992 e le televisioni
a rete unificate trasmettono la firma del trattato di Maastricht con
tutti i leader europei sotto i riflettori delle telecamere. Non manca
nessuno dei famosi tecnocrati, la maggior parte dei quali, il 2
giugno 1992, salirà sul panfilo Britannia di proprietà della casa
reale Inglese attraccato nel porto di Civitavecchia. Dall’altra
parte del tavolo si siedono i più alti responsabili della finanza
internazionale inglese e americana: Goldmann sachs e Jp Morgan fra i
nomi più altisonanti. L’Italia, già stremata da politiche
economiche e monetarie devastanti, diventa l’agnello sacrificale.
IN particolare fanno gola le grandi aziende a partecipazione statale
come Eni, telecom, Finmeccanica, ecc. Aziende con i loro problemi (
la corruzione ) ma che sono fiori all’occhiello dell’Italia nel
mondo, senza dimenticare l’alto numero di persone a cui danno
lavoro. Con il debito pubblico raddoppiato e con i vincoli europei si
“richiedeva” di abbassare il debito privatizzando. Già lo si
faceva ma nel 1992 inizia il grande banchetto, svendendo queste
aziende a prezzi di magazzino, i nuovi acquirenti spezzettano e
rivendono subito con speculazioni nell’ordine due o tre volte il
prezzo di acquisto
Anni dopo Antonino, ormai sessantenne,
scoprirà da fonti molto riservate che c’era gia stato un Britannia
nel 1981 in Sradegna … nella testa di Antonino tutto diventa chiaro su quanto
successe molti anni prima durante il divorzio fra Banca d’Italia e
Tesoro. La sua lotta continua e ripensa alle parole di questa persona
dei servizi segreti mentre è in auto in direzione dell’ennesima
conferenza, dove racconta la sua visione dell’economia e parla del
funzionamento di una cosa tra le più sconosciute: la moneta.