domenica 2 maggio 2021

Sergio Castellari non si era suicidato, era scappato in Paraguay...

"Il bambino e l'acqua sporca"

di xxxxxxxxxxx

Roma, Gennaio 1986
Antonino, poco più che trentenne, è nella cucina di casa sua. Sua moglie ha l'abitudine di chiamarlo ogni volta che va in bagno. La loro piccola figlia gioca nella cameretta. Antonino scocciato esce dalla cucina per andare verso il bagno, fatti pochi passi sente il vetro della cucina rompersi. Un attimo dopo una forte esplosione frantuma tutto ... 

Roma, 1 marzo 1968
Antonino non ancora quindicenne ha fatto sega a scuola. Scherza con gli amici in tram su dove passare la mattina. Il tram si ferma. Quello che si presenta davanti ai loro occhi sono gli scontri di Valle Giulia.
Antonino prende parte attiva al movimento che sogna la rivoluzione. Nella sua famiglia la cosa non è ben vista: suo padre è Giovanni Galloni, uno dei leader della democrazia cristiana, amico e strettissimo collaboratore di Aldo Moro. Sua madre una rispettata professoressa, persona cordiale e molto ironica. Gli scontri in famiglia si acuiscono, i genitori non vogliono che Antonino partecipi alle manifestazioni. Le tasche del cappotto bucate dalle molotov premute a forza testimoniano la sua adesione alla lotta attiva nel movimento marxista leninista. I sanpietrini che volano e le cariche della polizia diventano parte del suo quotidiano. Il suo carattere è sincero e sognatore, la sua determinatezza e il suo esser poco incline ai compromessi gli fanno acquisire subito una posizione di leader.
In uno dei tanti scontri in famiglia suo padre apre la porta della camera del figlio e gli urla " vuoi fare il comunista ? Prima di farlo leggiti questo "e gli lancia addosso i sei volumi de “Il capitale” di Marx.
Antonino apre il primo libro ed inizia a leggere, da quel giorno approfondirà ancora di più la sua passione: l’economia. Il suo impegno nel movimento marxista leninista aumenta con la consapevolezza maggior di chi approfondisce la materia studiando.
Antonino si iscrive a legge, approfondisce sempre più i temi economici, vive fuori casa dei genitori mantenendosi con piccoli lavoretti. Sente il bisogno di libertà, vuol dare un senso alla sua lotta politica cercando di capire e pensare il mondo del futuro, fra giornate passate a studiare e manifestazioni e corsi di addestramento quasi in stile militare per fronteggiare le cariche della polizia durante le manifestazioni
La sua leadership nel movimento aumenta e nel 1971 partecipa al congresso di Bracciano dove si riuniscono molti gruppi marxisti leninisti. In questo congresso una parte, capitanata da Renato Curcio, decide per la lotta armata e quindi per la clandestinità: nascono le Brigate Rosse. Antonino prende subito le distanze ... non riteneva quello il modo di lottare
 

Nel 1973 Antonino anticipa il servizio militare ed al ritorno il suo disorientamento aumenta, molte cose sono cambiate: i luoghi dei dibattiti sono stati abbandonati, sono arrivate persone nuove, i dibattiti e il clima di confronto di una volta sono scomparsi. I nuovi arrivati hanno poche idee e poca capacità di approfondimento, in compenso la lotta armata si fa sempre più violenta. Antonino è sempre più lontano da quei movimenti, forse anche più solo. Sublima il suo disagio studiando molto, approfondendo sempre di più lo studio dell’economia. Nel 1975 si laurea. La famiglia è contenta del progressivo allontanamento di Antonino dai gruppi più estremisti, ed in particolare Autonomia Operaia. Antonino teme che questo gruppo sia infiltrato dai Servizi Segreti. Inoltre Antonino capisce che lo sfondo sociologico è cambiato ovvero il proletariato non vuole più la rivoluzione ma diventare classe media.


Antonino racconta al telefono ad un amico della sua esperienza a Berkeley e del suo attuale impegno nel preparare il concorso per il ministero studiando sui libri di Federico Caffè. Un'edizione straordinaria annuncia il rapimento di Aldo Moro. Le immagini dell'auto crivellata di colpi riempiono le case degli italiani. Le immagini del passato riempiono i pensieri di Antonino, la sua famiglia e quella di Moro si conoscono da sempre e suo padre Giovanni è una delle persone più vicine a Moro. Quei 55 giorni sconvolgono la sua famiglia, le immagini scorrono fra passato e presente. I pensieri tornano al congresso di Bracciano: la degenerazione di quei gruppi, infiltrati dai servizi, crea la struttura operativa del sequestro Moro. Al contempo pensa alla forte vicinanza con la sua famiglia, le cene, gli incontri e soprattutto i ricordi di infanzia, i giochi con il presidente quando alle due famiglie capitava di vedersi durante il periodo delle vacanze estive nella zona Pontina, la famiglia del presidente a Terracina e quella di Antonino a Sperlonga

Antonino sente il senso di impotenza del partito trasmesso dalla desolazione del padre, l'incapacità di capire se la linea della fermezza sia quella giusta. Antonino ritiene di sì, non bisogna cedere. Il ritrovamento del corpo di Moro nella R4 di via caetani toglie il fiato, la rabbia segna i volti dei familiari e il ricordo immediato va all’infanzia di Antonino quando sentì dire “ Hanno ammazzato Mattei “. La stessa enfasi, le stesse parole di rabbia riempiono quel terribile giorno
Un professore di economia presenta Antonino al prof. Federico Caffè, il grande economista italiano di scuola keynesiana. Caffè aveva letto degli articoli geniali di questo giovane laureato. Quasi contemporaneamente Antonino vince il concorso ed inizia a lavorare al ministero del bilancio. I due si vedranno assiduamente per circa tre anni due volte a settimana. Lo studio dell’università e la casa del prof. Caffè saranno la più grande opportunità di formazione economica che potesse sperare. In quelle 4 mura matura il suo pensiero economico, sublima la sua essenza anarchica dandogli un valore positivo e costruttivo, senza il quale non avrebbe potuto affrontare lo scontro ideologico e di potere che lo aspettava all'interno del ministero.
" Speriamo che non buttino via il bambino con l'acqua sporca ".... Le parole di Caffè ...
Queste parole rimbalzeranno dentro la testa di Antonino per mesi.
 

Il ministro Andreatta stava valutando la possibilità di separare il ministero del tesoro dalla banca d'Italia ovvero ogni volta che lo stato ha bisogno di denaro per qualsiasi forma di spesa pubblica non ricorre più alla banca d'Italia che stampa moneta a bassissimo tasso d'interesse ma è costretto a ricorrere al mercato dei capitali, che può decidere se finanziare o meno l'Italia. Seppur lo faccia è comunque ad alti tassi d'interesse. Il bambino era lo sviluppo che il legame banca d'Italia-tesoro permetteva e l'acqua sporca la corruzione, la famosa questione morale di Berlinguer, l'alibi con cui si giustificava la necessità di questa divisione.
" Così esploderà il debito pubblico ... Segheremo le gambe a tantissime imprese e alle future generazioni " queste le parole di Antonino nello scontro con il ministro che rimane inflessibile. Da lì a poco il ministro scrive la famosa lettera che svincolerà la Banca d’Italia dall’obbligo di comprare i titoli del debito pubblico.

Antonino redige un prospetto in cui in maniera analitica fa vedere come l'Italia entrerebbe in un declino economico senza fine. Il ministro lo tratta con sufficienza dicendo che stava esagerando. Niente da fare, sembra che questo indirizzo ministeriale non possa essere cambiato. Antonino capisce che deve usare altre strade. Inizia un giro di consultazioni per trovare quell'appoggio politico che possa impedire una scelta tanto disgraziata.
Passi veloci attraverso corridoi, porte che si aprono, consultazione e arrabbiature. I corridoi kafkiani all'inizio diventano percorsi da fare e rifare, da conoscere palmo a palmo. Antonino trova alcuni appoggi nella democrazia cristiana, nel partito socialista e nel partito comunista. Gli scontri con il ministro ( anche con i successori Carli e Goria ) si faranno sempre più duri. Antonino è estremamente determinato e sanguigno e con poca capacità diplomatica. Anche suo padre, che condivide il suo punto di vista, gli chiede di essere più moderato. La posizione del padre non è delle più facili, approva la posizione del figlio ma allo stesso tempo deve gestire i rapporti con il ministro che viene dal suo stesso partito, i due si conoscono da tanti anni anche se appartenenti a correnti politiche diverse.
La determinatezza di Antonino ha buoni risultati, sale il numero di parlamentari contrari alla divisione fra banca d'Italia e tesoro. Lo scetticismo sale e diventa trasversale, Antonino sta costruendo la breccia. Lui, che aveva avuto sempre forti conflitti con il partito comunista ( da giovanissimo come marxista leninista poi per l’avvicinamento alla democrazia cristiana ), non sperava di trovare tanto appoggio nel partito comunista. Adesso Antonino non sente più la solitudine iniziale, condivisa soprattutto con Federico Caffé. La speranza di fermare questo progetto aumenta, cambia il sentiment in Parlamento. Le forze politiche per rendere carta straccia la famosa lettera ci sono.

Improvvisamente però … tutto il partito comunista si sfila, Antonino non capisce perché. Si arrabbia e chiede spiegazioni per una scelta che va contro gli ideali stessi del partito comunista ovvero la protezione sociale. Dopo discussioni e parole sussurrate da alcuni arriva la verità durante una furente discussione con un membro del partito ...
Il governatore della banca d'Italia Ciampi ha chiamato Berlinguer al telefono intimandogli di lasciar perdere le questioni monetarie e questo giovane laureato che rema contro il divorzio fra banca d'Italia e tesoro. Se questo non accadrà il prezzo lo pagheranno i figli della nomenclatura comunista tutti impiegati negli uffici studi delle banche,uno dei luoghi formativi per diventare la nuova classe dirigente…
Antonino capisce che si sta scontrando con qualcosa molto più grande di quello che immaginava. Le speranze diminuiscono, la procedura corre svelta per i tempi della politica, si formalizza anche la parte tecnica della lettera. Le sponde politiche trovate diventano insufficienti, altri lo abbandonano e la spinta iniziale si esaurisce. Capisce che quello che sta per accadere sarà per l'Italia l'inizio di un disastro economico.
Da lì a poco inizia lo smantellamento del ministero del bilancio, il ministro va al tesoro. Molti colleghi di Antonino verranno sostituiti da persone provenienti dal fondo monetario internazionale e dalla banca mondiale, nessuno sa mandate da chi e perché.
La lotta dentro il ministero si affievolisce, rimangono Antonino e pochi altri fra cui il padre formativo Federico Caffe. I partiti che vedevano con scetticismo questa scelta sembrano abbandonarsi al corso degli eventi, un po per pavidità un po perché il mondo stava cambiando. La dottrina economica neo liberista era in piena esplosione con la Thatcher nel Regno Unito e Reagan negli Stati Uniti.

Destino vuole che nel 1985 Antonino sia chiamato per una collaborazione al ministero delle partecipazioni statali, il luogo del prodromo di una lunga serie di privatizzazioni che continueranno nei successivi 30 anni, spezzettando aziende che hanno successo e che creano lavoro. Privatizzazioni nate proprio da l'incapacità dello stato di autofinanziarsi a causa del divorzio fra banca d'Italia e Tesoro. L'Italia stava iniziando a svendere l'argenteria di famiglia
Capo della segreteria del sottosegretario di stato alla partecipazione statali. Antonino assume un ruolo di alta responsabilità in un ministero delicato e di altissimo peso strategico. Al ministero Antonino conosce Castellari, l'uomo che conosce i dettagli su Armamenti e nucleare. Un uomo di alta competenza e capacità. Fra i due c'è stima reciproca umana e professionale, benché Castellari abbia un ruolo molto più importante e di maggiore esperienza di Antonino. Castellari si “suicida” su una collina fuori Roma nel 1993, le indagini saranno sviate per far pensare ad un’esecuzione, quando invece era stata una farsa: lui era scappato in Paraguay.

Segio Castellari, consulente di banche per le privatizzazioni

Oltre ad occuparsi di rapporti fra rappresentanti delle imprese statali, sindacati ed enti locali Antonino si occupa di seguire le prime privatizzazioni di imprese pubbliche, in particolare la regolarità del collocamento dell'impresa in mani private. Occorre poco tempo per scoprire che qualcosa non torna. Per incentivare il privato ad investire si anticipano i guadagni dell'azienda, come contropartita si chiedono garanzie sia a livello sindacale ( impegno a non licenziare ) sia a livello di piani di investimento, tutto ciò che permetta all'azienda di avere una continuità sia dal punto di vista delle strategie che quello della tutela del lavoro. Antonino si accorge che a volte le aziende private sono fittizie e una volta intascato il denaro spariscono letteralmente. Antonino segue da vicino una di queste aziende, come in altri casi i responsabili dell'azienda dopo aver intascato i soldi spariscono. Antonino va fino in fondo, manda i carabinieri nella sede della società a Lugano in Svizzera. L'insegna della società è l'unica cosa che trovano, uffici vuoti e nessuna persona. Come sempre Antonino non si dà per vinto e continua la ricerca di queste persone, questa volta vuol arrivare fino in fondo. Pochi giorno dopo Antonino rientra a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Saluta sua moglie e sua figlia e si rilassa in poltrona leggendo il giornale. Passa un'ora e Antonino prepara qualcosa per cena, il buon cibo è la sua passione. La sua bambina gioca nella cameretta. Sua moglie in bagno lo chiama. Scocciato da questa abitudine della moglie, ogni volta che lei va in bagno vuole che lui sia fuori della porta, Antonino esce dalla cucina ed entra nel corridoio. Antonino sente il vetro della finestra della cucina frantumarsi, d'istinto si volta e un attimo dopo una forte esplosione distrugge la cucina. Antonino si salva grazie alla strana abitudine della moglie, solo qualche escoriazione e tanta polvere addosso. La bambina che piange e la moglie che esce di corsa dal bagno gridando sconvolta.
L'avvertimento è arrivato ... Da quel giorno la relazione con sua moglie si incrina e non ci sarà possibilità di recupero. Antonino non è disposto ad abbassare la guardia, sente il suo lavoro, i suoi studi e la sua lotta come una missione, costi quel che costi. La moglie non è disposta ad accettare più certi rischi, soprattutto è intimorita per la figlia. Passano i mesi e alla fine l'unica decisione possibile è quella della separazione

I suoi impegni professionali aumentano progressivamente

Alla fine dell’86 esce dal ministero delle partecipazioni statali ma ha raccolto incarichi importanti: entra nel nel consiglio di amministrazione dell’Agip Coal e Alluminia. Sempre nello stesso anno diventa Dirigente del servizio studi e documentazione dell’Intersind e viaggia avanti ed indietro con gli USA in quanto Board Director della Fintex corporation a Houston. Nonché capofila di una missione di imprenditori in Madagascar nel giugno Luglio 87. Oltre a questa attività professionale continua la sua attività di studio nonché quella accademica come professore di economia industriale alla Cattolica di Milano, dall’87 all’89.

In Quegli anni Antonino approfondisce i suoi studi sui temi monetari, pubblicando vari articoli e facendo conferenze.

Nel settembre 1988 Antonino è invitato al congresso di Saint Vincent, organizzato del senatore Donat Cattin, il quale pubblica sulla sua rivista denominata Terza Fase gli articoli di Antonino sulle tematiche monetarie. Durante il congresso viene fuori chiaramente la previsione fatta diversi anni prima da Antonino sulle conseguenze del divorzio fra banca d’Italia e ministero del tesoro: raddoppio del debito pubblico ( addirittura superando il Pil ) disoccupazione giovanile oltre il 50%. La giornalista del Manifesto Norma Rangeri scrive un articolo parlando di un oscuro funzionario del ministero del bilancio, all’epoca del divorzio fra banca d’Italia e ministero del Tesoro, che aveva previsto quello che poi effettivamente si è verificato. Questa notizia rimbalza su vari media, Antonino è già un economista affermato e conosciuto ma questo articolo lo mette sotto le luci del proscenio. Antonino si muove da una conferenza all’altra cavalcando l’onda mediatica fino a che riceve una lettera da Giulio Andreotti che lo invita a collaborare per “ cambiare l’economia di questo paese “. Entusiasta Antonino risponde mettendosi a disposizione del governo Andreotti

Nel 1989 Paolo Cirino Pomicino diventa ministro del bilancio e lo nomina capo di una struttura tecnica che coordina tutta l’amministrazione ed un gruppo composto da 25 professori universitari. L'obiettivo è quello di far ripartire un’economia disastrata proprio per quei motivi di cui Antonino parla da almeno dieci anni. Secondo Antonino è necessario rallentare il processo di integrazione europea al fine di permettere all’Italia di entrare in Europa in una fase di sviluppo economico e non nell’attuale fase recessiva. Antonino Viene invitato per un confronto, che diventerà uno scontro, con Mario Monti alla Bocconi. In questo incontro scontro non si misurano solo due persone autorevoli ma due pensieri economici diametralmente opposti: quello keynesiano facente capo a Federico Caffè in Italia e quello neoclassico e liberista facente capo in Italia al premio Nobel Modigliani. L’economia keynesiana sta finendo ai margini e il liberismo selvaggio è già parte integrante di economie importanti come quella inglese ed americana.

Nel giro di qualche settimana succede il finimondo. Confindustria, fondazione Agnelli, e altri gruppi di potere fanno scudo contro questo tentativo.

Antonino intuisce che lo stanno mettendo fuori perche camminando per i corridoi dei ministero non riceveva più i saluti e le gentilezze di chi è in auge. Qualcosa non quadra e intuisce che lo stanno mettendo da parte. Antonino va da Cirino Pomicino e chiede spiegazioni, Il ministro gli fa capire subito di non parlare perche ci potevano essere i microfoni. Antonino scrive sul foglio il suo pensiero, se c’erano state ingerenze da fuori, in particolare una telefonata fatta da Elmut Kohl al ministro Guido Carli su "questo Galloni" che remava contro il processo di integrazione europeo. Pomicino annuisce a tutte le cose scritte di pugno da Antonino. Appena finito di scrivere Pomicino prende il foglio di carta e lo riduce in piccoli pezzetti per poi buttarlo nel cestino

Antonino se ne esce salutando Pomicino con un Grazie, per essere stato corretto con lui.

L’Italia sta per prendere un cammino irreversibile che peserà su generazioni.

Nel silenzio dei media tutto si spegne rapidamente …

Carlo Donat Cattin che ha una grande stima di Antonino, seppur sia abituato a chiamarlo scherzosamente "l’Anarchico", lo chiama al ministero del lavoro facendolo diventare direttore generale. Al ministero Antonino affronterà il tema spinoso della flessibilità nel mondo del lavoro che diventerà presto precarietà, studiando i flussi migratori da lì a 20 anni e annunciando disastri se non verrà cambiata la politica economica e monetaria

Una normale famiglia italiana è a pranzo e il padre chiede un po' di silenzio dicendo con entusiasmo che stanno trasmettendo un momento storico per il nostro paese.

È il 7 febbraio 1992 e le televisioni a rete unificate trasmettono la firma del trattato di Maastricht con tutti i leader europei sotto i riflettori delle telecamere. Non manca nessuno dei famosi tecnocrati, la maggior parte dei quali, il 2 giugno 1992, salirà sul panfilo Britannia di proprietà della casa reale Inglese attraccato nel porto di Civitavecchia. Dall’altra parte del tavolo si siedono i più alti responsabili della finanza internazionale inglese e americana: Goldmann sachs e Jp Morgan fra i nomi più altisonanti. L’Italia, già stremata da politiche economiche e monetarie devastanti, diventa l’agnello sacrificale. IN particolare fanno gola le grandi aziende a partecipazione statale come Eni, telecom, Finmeccanica, ecc. Aziende con i loro problemi ( la corruzione ) ma che sono fiori all’occhiello dell’Italia nel mondo, senza dimenticare l’alto numero di persone a cui danno lavoro. Con il debito pubblico raddoppiato e con i vincoli europei si “richiedeva” di abbassare il debito privatizzando. Già lo si faceva ma nel 1992 inizia il grande banchetto, svendendo queste aziende a prezzi di magazzino, i nuovi acquirenti spezzettano e rivendono subito con speculazioni nell’ordine due o tre volte il prezzo di acquisto

Anni dopo Antonino, ormai sessantenne, scoprirà da fonti molto riservate che c’era gia stato un Britannia nel 1981 in Sradegna … nella testa di Antonino tutto diventa chiaro su quanto successe molti anni prima durante il divorzio fra Banca d’Italia e Tesoro. La sua lotta continua e ripensa alle parole di questa persona dei servizi segreti mentre è in auto in direzione dell’ennesima conferenza, dove racconta la sua visione dell’economia e parla del funzionamento di una cosa tra le più sconosciute: la moneta.

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