sabato 1 luglio 2023

Personaggi scomparsi nelle biografie di Francis Bacon: Jacob Rothschild e Cristiano Lovatelli

Personaggi scomparsi nelle biografie di Francis Bacon: Jacob Rothschild e Cristiano Lovatelli

 

An AI creation
Jacob Rothschild crocifisso in stile "Bacon", disegnato dall'Intelligenza Artificiale.

Leggendo le ultime biografie pubblicate - in ordine di tempo - sull'artista Francis Bacon, si può scoprire che esistono almeno due lacune clamorose, due personaggi interessanti non vengono mai nominati: il 4° Barone Rothschild, Jacob, e il giornalista investigativo internazionale Cristiano Lovatelli Ravarino. Vediamo di analizzare le prove di correlazione tra i due e Bacon iniziando dal primo. 

Nathaniel Charles Jacob Rothschild, 4° Barone Rothschild (1936-2024)

In una intervista rilasciata a La Stampa di Torino e pubblicata il 28 ottobre 2012, Alain Elkann chiede e il Barone Rothschild risponde: 

E l’arte?

«Compero arte di continuo. La mia collezione l’ho iniziata molti anni fa».

Da cosa ha cominciato?

«Il primo artista fu Giacometti. Sono andato più volte a trovarlo a Parigi nel suo studio perché volevo che dipingesse il ritratto di mia cugina Beatrice; poi hanno finito per comprarlo i suoi genitori e oggi è lei che lo possiede».

Ma lei era amico di altri pittori?

«Certo, conoscevo bene Bacon, che del resto era un amico di mia madre e anche di mia nonna, e poi io ero personalmente amico di Freud che ha fatto anche due miei ritratti, di cui uno è alla National Portrait Gallery. Non ho una grandissima collezione di cose specifiche; diciamo che sono piuttosto eclettico nei miei gusti e nelle mie collezioni. Nella mia casa in Grecia, a Corfù, colleziono per esempio pittura veneziana dell’inizio del ’700 perché mi sembra pertinente con il luogo; nelle mie case inglesi, magari più pittura francese o inglese».

 


Ebbene, nella tanto acclamata biografia del 2021 scritta da due premi Pulitzer,  Mark Stevens e Annalyn Swan, intitolata ambiziosamente "FRANCIS BACON: REVELATIONS", pubblicata NOVE anni dopo, l'unico episodio di incontro tra Bacon e un Rothschild riguarda la baronessa Philippine de Rothschild, del ramo francese, che gestiva la tenuta "Château Mouton Rothschild". Si legge:

"Alla fine, Bacon ha progettato un'etichetta per Château Mouton Rothschild. L'etichetta sembrava spensierata come lo champagne, una presa in giro per se stesso, sebbene fosse serio per la gioia del vino. Ha raffigurato una creatura che assomigliava alle feroci furie di tre studi, tranne per il fatto che questa furia, avendo apparentemente lasciato il suo lavoro quotidiano, sembra aver scelto la danza della vita e non della morte. I suoi arti allungati ondeggiano con grazia, o forse incredibilmente, e il calice che detiene (che, nel trittico del 1976 di Bacon, traboccava di sangue) brilla con i ricchi rossi di un bel chiaretto. In un'altra presa in giro, Bacon usò uno dei suoi tradizionali "oggetti di scena" - il freddo cerchio astratto che gli piaceva premere in un dipinto disegnando sul fondo di un bicchiere o del cesto di scarto - e lo trasformò in nulla (o meno) di un bicchiere di vino. Alla fine di dicembre del 1991, Bacon consegnò personalmente l'etichetta dipinta alla baronessa de Rothschild, una donna formidabile che era stata attrice prima di ereditare il vigneto da suo padre, Philippe. Bacon portò il dipinto, la baronessa in seguito disse, in "di tutte le cose, [usò] un sacchetto di plastica [per consegnarlo]"."

La commissione finale: l'etichetta fantasiosa per il vino di Château Mouton Rothschild che Bacon ha consegnato, in un sacchetto di plastica, quattro mesi prima della sua morte.

Ora questo fatto avviene solo quattro mesi prima della morte di Bacon, avvenuta nel 1992. Il 18 maggio 1993, la baronessa diede un delizioso brindisi alla Marlborough per Bacon. "Un anno e mezzo fa ho incontrato Francis Bacon a Londra", ha detto. “Ho incontrato un giovane gentiluomo delizioso, spiritoso e affascinante e credo che siamo andati abbastanza bene. Nel dicembre 1991 mi ha portato, con la massima modestia, questo fantastico dipinto, tra tutte le cose, in un sacchetto di plastica. Alla fine di marzo 1992, tutti a Mouton abbiamo deciso di usarlo per questa etichetta." (Archivio della Galleria Marlborough). Quindi non si accenna a quanto detto da Jacob nella intervista sopra. Jacob disse che anche sua nonna conosceva Bacon, oltre a sua madre. Ma quando è morta la nonna? Questo ci da una data massima in cui Bacon doveva averla incontrata, cioè doveva averla incontrata in una data precedente. La nonna Rózsika Rothschild morì nel 1940. Bacon (28 Ottobre 1909 – 28 Aprile 1992) doveva quindi averla incontrata prima dei suoi 31 anni, e la conoscenza con la Casa Rothschild, iniziata col ramo inglese, è durata fino alla morte, un totale di almeno 52 anni. Ora è possibile secondo voi che l'antica frequentazione dei Rothschild, una delle famiglie più importanti del mondo, sia sfuggita ai "fedeli" biografi di Bacon? Anche quando lo stesso Jacob ne parla in fonti aperte disponibili su internet?


CRISTIANO LOVATELLI RAVARINO

 

 Cristiano Lovatelli Ravarino, italoamericano, è un giornalista d'indagine che pubblica per diverse riviste internazionali degli articoli ripresi anche sul suo sito: https://cristianolovatelliravarinonews.com

Su Cristiano Lovatelli Ravarino nelle biografie ufficiali di Bacon troviamo solo un riferimento indiretto in "Francis Bacon: Anatomy of an Enigma" di Michael Peppiatt nell'edizione del 2008:

"In Italia è emerso un altro vasto gruppo di disegni, principalmente di teste dall'aspetto psicotico che si estendevano da una massa di linee tremanti che sembravano essere state fatte da una Gerald Scarfe sotto Mescalina. In questo caso, la fonte dei disegni aveva un fondo di memorie altamente colorate del "suo" Bacon, che correva nudo nelle colline che coltivano il vino a ovest di Bologna (presumibilmente prima o dopo aver completato un disegno), urlando bestemmie al cielo , quindi distruggendo gli ostelli locali in esplosioni di rabbia ubriaca. In un momento più calmo, sembra, Bacon ha inviato uno di questi disegni altamente carichi a Michele Greco, il padrino della mafia, come segno di rispetto (Vedere ‘A Question of Attribution’, Independent on Sunday, 3 Maggio 1998). Altre rivelazioni più sostanziali rimangono in serbo. Durante la sua lunga e prodigo vita lavorativa, Bacon aveva regalato molti dipinti e ne aveva abbandonato molti di più, spesso ambiguamente, consegnandoli ad amici artisti in modo che potessero riutilizzare la tela o semplicemente lasciarli alle spalle per attendere qualsiasi destino potesse accadere. Non sorprende che - con l'artista che non è più lì per rifiutarli dal suo canone e con il loro valore finanziario che si impenna - molte di queste opere "perdute" non solo sono state trovate, ma anche esposte, promosse e vendute. Diversi dipinti che sono stati elencati nel catalogo Raisonné di Ronald Alley del lavoro dell'artista come "abbandonati" o addirittura "distrutti", sono misteriosamente riemersi mentre i prezzi per i lavori di Bacon hanno iniziato a salire e aumentare."

 Più oltre leggiamo:

"Sebbene leggeri o frammentari, la maggior parte dei disegni che sono venuti alla luce finora condividono una fluidità di movimento e una certezza di scopo che confonde le supposizioni precedenti che Bacon non poteva disegnare. Sembra molto più probabile che non volesse attingere oltre a stabilire la nozione di base per un dipinto. Michael Ayrton una volta sostenne in un saggio che Bacon non poteva disegnare e quando i due artisti si imbatterono in seguito Bacon rivendicò. 'Lo chiami disegnare quello che fai?' Chiese ad Ayrton dolcemente, prima di aggiungere: 'Io non vorrei farlo.' Con pochissime eccezioni, i disegni di Bacon erano un mezzo per un fine; E la maggior parte di loro assomiglia davvero ai dipinti nascenti, con l'enfasi su volume e trama piuttosto che un'esplorazione della linea."



Ma nessun riferimento diretto, mai, nelle biografie, al nome di Cristiano Lovatelli Ravarino per esteso. 

Cristiano conobbe Bacon nel 1977 alla festa di addio di Balthus all'Accademia Francese Villa Medici nel parco di Villa Borghese a Roma e pubblicò un'intervista esclusiva a Bacon su Penthouse ed. italiana, dell'aprile 1981 (la terza intervista di Cristiano a Bacon, dopo che la prima era apparsa su "Bologna Incontri" nel dicembre 1980 e la seconda su "La Repubblica" del maggio 1981. Le prime due interviste sono trascritte nel testo "The tip of an iceberg : Francis Bacon : drawingsdi Umberto Guerini, 2008) 


Sono quindi 46 anni
che i biografi dimenticano di menzionare questa conoscenza che durò fino alla morte di Bacon.

Trittico attribuito a Bacon, da "Il falso specchio della realtà", Fondaz. Federico Zeri, Bologna 2017, pag.20.

Le domande sono: cosa hanno di così sconvolgente in comune queste due conoscenze di Bacon che nessun biografo osa menzionarle? Tantopiù che quando Cristiano soggiorna in Inghilterra, spesso dorme nella Villa a Long Melford degli Edwards, che negli ultimi trent'anni della sua vita è stata la famiglia del pittore, e gode del rispetto e della stima anche per i disegni da parte dei suoi ultimi amici ancora in vita come Maggie Shearer o gli aristocratici coniugi Brian Hayhow, che per trent'anni nei loro castelli, con grande discrezione, organizzavano feste private per l'artista...  Cosa si intende nascondere e chi ne ha l'interesse?

Vedi anche: Francis Bacon: opere dubbie nel catalogo "ragionato" dell'ESTATE di Londra

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