giovedì 15 aprile 2021

Futuro post-COVID: L'economia della repressione

Da: Edward Luttwak,  TECNICA DEL COLPO DI STATO, 1968.  

APPENDICE A


L'economia della repressione


UNA volta attuato il nostro colpo di Stato e stabilito il controllo sulla burocrazia e sulle forze armate, la nostra sopravvivenza politica a lungo termine dipenderà in vasta misura da come risolveremo i problemi dello sviluppo economico. Lo sviluppo economico è considerato generalmente una " buona cosa " e quasi tutti lo vogliono in misura sempre maggiore, ma per noi (il governo appena istituito del paese X) il perseguimento dello sviluppo economico sarà indesiderabile in quanto milita contro il nostro scopo essenziale: la stabilità politica.

Un'economia progredisce estendendo e migliorando la propria riserva di capitale umano e materiale, e ciò richiede investimenti, sia per addestrare gli uomini sia per costruire fabbriche. Per investire, il reddito, invece di essere impiegato per i consumi, deve essere sottratto ai potenziali consumatori e incanalato in altre direzioni allo scopo di creare capitali. Ovviamente, quanto più celere è il ritmo degli investimenti, tanto più rapido sarà lo sviluppo dell'economia, ma anche tanto più basso sarà il livello di vita. I governi dei paesi economicamente retrogradi (ove la necessità di sviluppo economico è manifesta) si trovano per conseguenza di fronte alle alternative o di un lento sviluppo economico o di un'ulteriore riduzione del livello di vita già disperatamente basso. Quanto più si potranno tassare i redditi, tanto più sarà vicina l'alba meravigliosa della prosperità, anche quando si tratta della prosperità della Spagna o della Grecia anziché di quella dell'Europa occidentale e dell'America del Nord. Ma vi sono limiti al risparmio che si può imporre a una popolazione il cui reddito annuo pro capite è già molto basso; v'è un limite di sopravvivenza economica al di sotto del quale la popolazione, o una gran parte di essa, morirebbe semplicemente di fame, ma, molto prima che tale limite venga raggiunto, v'è un altro limite di sopravvivenza politica al di sotto del quale noi, in quanto governo, verremmo rovesciati. Il limite della sopravvivenza economica è p o meno rigido: in ogni ambiente particolare, con un determinato clima, determinate abitudini nutritive, consuetudini e tradizioni, vi sarà un reddito annuo minimo indispensabile a un abitante dalle risorse medie per soddisfare le necessità materiali sue e della sua famiglia. Il “limite politico di sopravvivenza” è invece molto flessibile e dipende da fattori psicologici, storici e sociali, ma anche dall'efficienza del sistema di sicurezza sociale e dell'apparato propagandistico.

Il problema è particolarmente acuto negli Stati di recente indipendenza del terzo mondo. I regimi coloniali possono aver tentato o no di conseguire lo sviluppo economico, ma se hanno tentato, lo hannu fatto senza l'urgenza tipica dci nuovi regimi post-coloniali. Immediatamente dopo l'indipendenza, pertanto, invece del miglioramento del livello di vita che la popolazione indigena è stata indotta ad aspettarsi, si ha proprio l'opposto. Il nuovo governo «indipendente» deve aumentare le tasse e i diritti doganali sulle importazioni per poter finanziare i grandi piani con i quali inizia spesso lo sviluppo economico: dighe, strade. impianti siderurgici e porti. Gli aiuti stranieri che molti, nei paesi « donatori », sono stati indotti a credere molto sostanziali, [1] procurano soltanto una frazione dei fondi necessari. Gran parte del denaro deve provenire dai redditi correnti, per cui, invece della possibilità di acquisto di “automobili come quelle dei bianchi”, il livello dei consumi in realtà diminuisce. Questo impoverimento di coloro che sono già poverissimi non è tollerato facilmente, specie quando si è instaurato un meccanismo di aspettative.

II nostro problema fondamentale, pertanto, consiste nel conseguire lo sviluppo economico (per soddisfare le aspirazioni dell'élite e dell'aspirante-élite) [2] senza tassare le masse al di là del limite di sicurezza politico, il che potrebbe determinarne la rivolta. Esistono due strumenti principali con i quali possiamo persuadere le masse a accettare il sacrificio del consumo immediato ai fini di un accresciuto reddito futuro: la propaganda e la repressione [3] oppure, strumento ancor più efficace, una mescolanza di entrambe le cose. Si immagini, pertanto, che abbiamo ereditato un paese dall'economia retrograda, le cui statistiche vitali sono indicate nella tabella 16.

 


Così, in passato, in questo paese povero (ma non particolarmente povero) il reddito lordo nazionale pro capite era di cento sterline annue, dieci delle quali venivano prelevate con varie tasse, mentre novanta erano spese per i consumi correnti, o risparmiate. Orbene, sappiamo che soltanto quarantacinque sterline annue per abitante sono necessarie alla sopravvivenza economica e il problema consiste nel prelevare una parte della differenza allo scopo di finanziare lo sviluppo economico, e nel fare ciò senza essere rovesciati. Se ci limitiamo a aumentare le tasse, è probabile che una parte della popolazione si rifiuti di pagarle e, se si ricorre a sistemi amministrativi per costringere al pagamento, può conseguirne una reazione violenta. Distoglieremo pertanto una parte dei modesti introiti fiscali (le dieci sterline della tabella 16) da altri impieghi e li spenderemo per la propaganda e la polizia. Ciò può benissimo dar luogo alla situazione indicata nella tabella 17. 

 


Nella nuova situazione, quindi, si hanno i risultati di cui alla tabella 18.

 


Cosi, spendendo una sterlina pro capite all'anno per la propaganda e per un sistema di polizia efficiente, avremo abbassato di dieci sterline il limite politico di sopravvivenza e, dopo aver dedotto la somma spesa per il sistema di repressione e persuasione, ci rimarranno ancora diciannove sterline. Se spendiamo un'altra sterlina pro capite all'anno, è probabile che riusciremo a «liberare" ancora una parte del possibile margine sopra il limite di sopravvivenza, ma, man mano che spenderemo sempre più denaro per la repressione, probabilmente constateremo che ciò abbasserà ulteriormente il limite di sicurezza (figura 10). 

 [ NdE: non viene calcolata la prima tassazione, occulta, rappresentata dalla creazione monetaria privata e clandestina da parte delle banche che rappresentano un'eversione permanente ed invisibile dell'ordine socio-economico delle nazioni. L'importo di questo taglieggiamento corrisponde alla creazione monetaria annuale ed è di gran lunga la tassa più rilevante pagata dal pubblico, spesso superiore all’intero bilancio dello Stato, e vale da tre a cinque volte le entrate annuali ufficiali dello Stato stesso ]

E, naturalmente, man mano che spenderemo fondi sempre maggiori per ]a polizia e la propaganda, constateremo che, mentre le prime dieci sterline extra di tasse ci costeranno una sterlina per attenerle con sicurezza, le successive dieci sterline ci costeranno, diciamo, due sterline. In ultimo, si giunge a un punto in cui (come è mostrato nella figura 10) ulteriori spese non ci fruttano alcun aumento della tassazione.

A questo punto spendiamo una sterlina in più per anno e non otteniamo assolutamente alcun aumento delle tasse che possono essere riscosse senza pericolo. Molto prima che tale punto venga raggiunto, però, vi sarà uno stadio precedente nel quale spenderemo, diciamo, una sterlina in più per la repressione e la persuasione e otterremo esattamente la stessa somma in ulteriori tasse. Immediatamente prima di questo punto si ha il livello di massima efficienza delle spese per la polizia e l'apparato propagandistico.


SICUREZZA MASSIMA E SVILUPPO ECONOMICO ZERO


È questa la formula che Duvalier ha applicato a Haiti con crescente decisione. I proventi delle tasse, pesanti per un paese in cui il reddito annuo pro capite è di circa trenta sterline, vengono spesi quasi interamente per l'esercito, la “polizia” (i Tonton Macoutes) e la propaganda. Il solo importante piano di sviluppo economico è di dubbio valore: la costruzione di una nuova capitale, «Duvalierville», costruzione che, del resto, è stata attualmente sospesa.

La combinazione di Duvalier tra repressione efficace, propaganda massiccia e nessun investimento per lo sviluppo economico, ha dato i suoi frutti: egli si trova al potere ininterrottamente a partire dal dicembre del 1956 e il suo regime sembra ancora essere più stabile della maggior parte dei regimi nei paesi dell'America Latina. I Tonton Macoutes agiscono come una guardia presidenziale semi-pubblica che svolge compiti di polizia e di sicurezza e arrotondano i loro (generosi) stipendi con estorsioni private su ciò che resta del settore commerciale. L'apparato propagandistico, che implica parate e sfilate, film laudativi e l'immagine di “Papà .Doc” come un esperto di vudù, è quasi altrettanto costosa n mantenersi quanto i Tonton Macoutes, ma altrettanto utile. L'estrema miseria della popolazione significa che il suo livello tli consapevolezza politica, e persino di vitalità, è estremamente basso; i Tonton Macoutes atterriscono l'esile élite e gli ufficiali dell'esercito, costantemente sorvegliati, e i Tonton, in quanto a loro, contano su Duvalier perché la loro posizione dipende dalla sua sopravvivenza; la mitologia vudù e l'apparato propagandistico hanno esaltato l'uomo difeso dai Tonton, ma, se Duvalier dovesse scomparire dalla scena, l'esercito e/o le masse liquiderebbero rapidamente i Tonton (figura 11).

 


Kwame N'krumah del Ghana e molti altri capi africani ormai morti, in prigione o in esilio, hanno seguito una politica di alta tassazione e di investimenti, accomunata a una propaganda e a uno sforzo repressivo ovviamente insufficienti. N'krumah, nonostante le sue eccentricità, fu in vasta misura sconfitto dal proprio successo: il sottoprodotto del considerevole sviluppo economico conseguito dal Ghana consistette nello stimolare ed educare le masse e la nuova élite; il loro atteggiamento nei confronti del regime di N'krumah divenne sempre più critico alla luce dell'istruzione fornita dal regime stesso. Quando ciò accade, occorre un intensificarsi sempre più grande della repressione e della propaganda per mantenere la stabilità politica e, nonostante i suoi considerevoli sforzi, N'krumah non riuscì a organizzare un sistema poliziesco sufficientemente spietato. La causa della sua caduta non fu, di conseguenza, la direzione sbagliata dell'economia, diretta invece notevolmente bene, ma piuttosto il successo di gran parte degli sforzi di sviluppo economico.

La via di mezzo (una repressione efficiente, un'estesa propaganda e uno sviluppo economico sufficiente a creare nuovi gruppi di élite fedeli al regime) è stata seguita con successo sia nell'Unione Sovietica sia nella Cina; i regimi di entrambi i paesi hanno tuttavia utilizzato compromessi diversi di repressione e propaganda. I due mezzi sono intercambiabili fino a un certo punto, ma la natura del compromesso più efficiente dipende dal particolare paese e le condizioni locali imporranno quello più efficace.


Note:


1. Gli aiuti stranieri sono andati diminuendo in percentuale, in questi ultimi anni, nei paesi progrediti.

2. Per l'élite, lo sviluppo economico accomuna la mèta nazionale della modernizzazione con la mèta personale di migliori possibilità di carriera. Per la nuova generazione di cittadini colti (l'aspirante-élite), Io sviluppo economico è una garanzia di impiego e l'intelligentsia disoccupata rappresenta una grave minaccia per molti regimi del terzo mondo.

3. Con propaganda si intende l'intera gamma di attività il cui contenuto è l'informazione o il divertimento c il cui scopo in questo caso è di: a) distrarre l'attenzione dai sacrifici attuali, b) giustificarli in termini di garantita felicità futura. Ciò può implicare o no la presentazione del mondo esterno come un mondo la cui situazione è ancor peggiore. ma presenterà senz'altro come di gran lunga inferiore il livello di vita del passato. Uno scopo altrettanto importante della propaganda sarà quello di convincere le masse che l'attuale leadership è il più efficiente veicolo di modernizzazione; ciò può essere ottenuto in termini razionali avvalendosi di immagini statistiche o in termini irrazionali che presentano la leadership come super-umana. Con repressione si intende l'intera gamma di attività politiche della polizia miranti a: a) sopprimere l'attività politica individuale mediante la sorveglianza e l'imprigionamento, b) intimidire le masse con l'esibizione della forza, e c) impedire la circolazione di informazioni rivali controllando i mezzi di comunicazione di massa e inibendo la discussione pubblica. [NdE: le ultime due misure sono attualmente evidenti, a livello globale, dal “golpe COVID” del febbraio 2020]

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