domenica 11 aprile 2021

APPENDICE B - Aspetti tattici del colpo di Stato

Da: Edward Luttwak,  TECNICA DEL COLPO DI STATO, 1968.

 APPENDICE B

Aspetti tattici del colpo di Stato


NELLA fase decisiva (attiva) del colpo di Stato. le forze che ci siamo assicurati infiltrando e sovvertendo il sistema della sicurezza statale verranno impiegate per impadronirci di determinati obiettivi o per neutralizzare determinati impianti. Per far questo, il ricorso alla forza sarà essenziale, ma, poiché lo spargimento di sangue potrebbe avere effetti deplorevoli di destabilizzazione, dovremmo disporre le cose in modo che la minaccia della forza basti a conseguire i nostri scopi, invece di ricorrere al suo effettivo impiego. In questa appendice analizzeremo due problemi principali: a) la formazione delle squadre attive e il loro impiego operativo, e b) lo spiegamento delle forze di blocco. In entrambi i casi, le nostre due maggiori preoccupazioni consisteranno nell'evitare o nel ridurre al minimo lo spargimento di sangue e, quel che più conta, nell'assicurarci che la nostra posizione non venga minacciata dopo il colpo di Stato da un'usurpazione del potere da parte dei militari e dei poliziotti da noi reclutati.


LA FORMAZIONE DELLE SQUADRE ATTIVE


La nostra infiltrazione delle forze armate e della polizia dello Stato può essere stata o generale e diffusa o concentrata entro alcune grandi unità. Nel primo tipo di infiltrazione, le forze da noi sovvertire consisteranno di molte piccole subunità, i cui comandanti avranno deciso di unirsi a noi, mentre i loro colleghi di grado superiore (i comandanti dell'intera unità) saranno rimasti al di fuori della portata della nostra infiltrazione. Nel secondo tipo di infiltrazione, alcune grandi unità sono passate a noi en bloc con tutti, o quasi tutti, i loro quadri. Le due alternative sono illustrate nella tabella 19.


Entrambi i tipi di infiltrazione presentano vantaggi e svantaggi: se abbiamo sovvertito molte piccole subunità, avremo un'ulteriore copertura protettiva, in quanto i sostenitori del regime precedente al colpo di Stato non saranno prontamente in grado di accertare quali unità siano rimaste fedeli e quali si siano unite a noi; sarà inoltre utile poter confrontare le forze lealiste con le squadre formate dai loro quadri. La sovversione di alcune grandi unità, d'altro canto, minimizzerà i problemi della coordinazione e del riconoscimento e, quel che più conta, farà salire il livello di sicurezza prima del colpo di Stato, in quanto nell'ambito di ciascuna grande unità dovrebbe esservi una certa misura di reciproca sorveglianza che impedirebbe le diserzioni a favore del regime o le fughe di notizie a favore dei servizi di sicurezza.

Dopo la fase attiva del colpo di Stato, però, una forza composta, formata da molte piccole subunità, sarà molto più sicura, in quanto ridurrà il pericolo di un'usurpazione della nostra posizione da parte dei nostri alleati militari. Questo accadrebbe per tre motivi principali: a) il grado degli ufficiali interessati sarà ovviamente inferiore se essi comanderanno piccole anziché grandi unità: b) sarà più facile disperdere le nostre forze dopo la fase attiva del colpo di Stato, se il loro concentramento non sarà organico, ma disposto da noi; e c) quanto più grande è il numero dei comandanti di unità indipendenti coinvolti nel colpo di Stato, tanto meno è probabile che essi si alleino per escluderci dal potere.

Quali che siano le origini delle forze da noi incorporate, sarà spesso necessario ristrutturarle ai fini del colpo dì Stato, in quanto i molti compiti specializzati da eseguire richiederanno squadre ampiamente diverse; soltanto se avremo la superiorità numerica, o il suo equivalente, sulle forze lealiste, potremo impiegare le forze da noi sovvertite al loro stato naturale. Ci occorreranno tre tipi di squadre, oltre alle forze di blocco, ed esse corrisponderanno ai tre tipi di obiettivi esaminati nel capitolo quinto; per conseguenza, attingeremo all'insieme delle unità e degli individui sovvertiti per formare il numero necessario di squadre A, B e C.

Le squadre A saranno necessarie per impadronirsi dei più importanti obiettivi difesi, come la residenza del capo dello Stato, la principale stazione radiotelevisiva e i comandi dell'esercito e della polizia. Queste squadre dovranno essere al contempo numerose come organico e più sofisticate come struttura di quelle degli altri due tipi. Ogni squadra A consisterà di quattro elementi la cui dimensione relativa varierà a seconda di ciascun particolare bersaglio:

a) Un gruppo di “penetrazione” civile. Esso sarà piccolo e consisterà di alcuni uomini in abiti civili che avranno con sé armi nascoste o esplosivi. Il loro compito sarà quello di penetrare nell'obiettivo come “visitatori” palesi e legittimi per contribuire dall'interno alla sua conquista. Il loro aiuto può consistere in un assalto diretto interno oppure può assumere l'aspetto di una diversione interna; nel caso della stazione radio-televisiva, però, il loro scopo principale sarà quello di impedire che gli impianti vengano utilizzati per dare l'allarme.

b) Un gruppo di “diversione”. Questo gruppo sarà importante in proporzione all'organico delle forze spiegate per proteggere l'obiettivo. Là dove, come nel caso del palazzo reale o presidenziale, potrebbe esservi una intera formazione di fanteria con il compito di proteggere l'obiettivo, una diversione, escogitata in modo da distogliere una parte delle forze lealiste, sarà essenziale. Il gruppo di diversione porterà a termine la sua missione svolgendo un'azione di disturbo o effettivamente attaccando un obiettivo vicino e secondario. Il momento della diversione dovrebbe essere calcolato in modo da tener conto del tempo di reazione delle forze lealiste e del tempo loro occorrente per giungere sul teatro dell'azione, dopo di che avrà luogo l'attacco principale al vero obiettivo.

c) Un gruppo di “tiro” di copertura. Si tratterà di un piccolo gruppo, ma comprenderà truppe dotate di anni più pesanti, in particolare veicoli corazzati da combattimento. Il suo scopo sarà quello di dissuadere i lealisti dalla resistenza, dando dimostrazioni della sua potenza di fuoco, e di impedire l'intervento di forze lealiste provenienti da altre località, sorvegliando le vie d'accesso.

d) Un gruppo d'assalto. Esso sarà di gran lunga il più grande e i suoi componenti dovrebbero essere prescelti in base al consueto criterio della loro capacità in combattimento, anche se è augurabile che tale dote non si renda necessaria.

L'operazione integrata dei diversi gruppi di ciascuna squadra A è illustrata nella figura 12.

 

Le squadre B e C il cui scopo è, rispettivamente, quello di arrestare le personalità politiche e di sabotare determinati impianti, non dovranno risolvere problemi tattici significativi e, per quanto concerne la loro organizzazione, si tratterà soltanto di formare piccole squadre dotate di opportuni mezzi di trasporto, di indicare l'obiettivo e di coordinare il momento dell'azione. Ogni squadra consisterà di un paio di jeep cariche di truppe o di uomini della polizia, accompagnate da un membro del gruppo dirigente, quando si tratterà di arrestare le personalità politiche più importanti, o da un tecnico, nei casi in cui il sabotaggio richieda una certa abilità.


LO SPIEGAMENTO DELLE FORZE IN BLOCCO


Sebbene si speri che il regime precedente il colpo di Stato ignori il momento in cui verrà attuato il nostro colpo di Stato, esso sarà conscio, con ogni probabilità, del pericolo rappresentato dai colpi di Stato in genere. 1 regimi nei paesi politicamente instabili fanno spesso l'impossibile per mantenere reparti di truppe fidate o di polizia armata, sui quali possano far conto contro le minacce alla sicurezza interna. Gli ufficiali e gli uomini di questi reparti hanno spesso le stesse origini etniche e/o la stessa fede religiosa del gruppo dominante e vengono impiegate speciali salvaguardie per assicurarne la lealtà politica. L'infiltrazione di queste « guardie di palazzo » è molto difficile e possiamo benissimo decidere deliberatamente di escluderle dalla nostra infiltrazione. Altrove, anche quando ogni unità importante è stata completamente sovvertita o internamente neutralizzata. continueremo a essere vulnerabili a inattese defezioni o a trasferimenti accidentali di truppe non infiltrate.

Per tutti questi motivi, pertanto, le forze di blocco organizzate per isolare la capitale dall'intervento di forze lealiste saranno essenziali, in quanto, come è stato più volte sottolineato, l'intervento di decise forze lealiste, per quanto in numero limitato, potrebbe avere conseguenze sproporzionate alla loro importanza.

L'operazione di una forza di blocco è esattamente l'opposto di un'imboscata: mentre l'obiettivo di un'imboscata è quello di infliggere i massimi danni senza controllare il passaggio del nemico, l'obiettivo di una forza di blocco è quello di impedire il passaggio del nemico pur infliggendogli danni minimi. La struttura generale del posto di blocco è mostrata nella figura 13, ma in essa non figurano due elementi essenziali: a) informazioni esatte sulla posizione e le intenzioni delle forze lealiste, e b) lo sfruttamento efficiente di ostacoli naturali (quali ponti, gallerie, zone fittamente edificate, eccetera) nonché di blocchi stradali sussidiari per incanalare ogni forza lealista verso il posto di blocco. 

 La zona del passaggio obbligato nella figura 13 rappresenta il gruppo di strade o vie che le forze di intervento debbono percorrere per entrare nella città da una particolare direzione; in genere non si tratta di una singola strada o via, sebbene in alcune situazioni particolari possa essere così.

 

La « linea di osservazione » (o « schermo » nella terminologia militare) consisterà di truppe disperse, spiegate in modo da scorgere ogni tentativo di infiltrazione intorno al posto di blocco che possa essere effettuato da forze lealiste appiedate. I “simbolici” blocchi stradali disposti attraverso la serie di strade o vie dissuaderanno le forze lealiste richiamandosi agli « ordini » e al cameratismo; se l'opera di dissuasione fallirà, tenteranno di intimorirle indicando le principali forze difensive e le posizioni anticarro (o i carri armati qualora siano disponibili).

La leadership operativa delle principali forze difensive, i « denti » della posizione di blocco. dovrà essere attentamente prescelta per assicurare una difesa decisa, qualora, da parte dei gruppi lealisti, si faccia effettivamente ricorso alla forza; dovrà inoltre essere resa consapevole delle conseguenze pregiudizievoli che potrebbero derivare se la posizione di blocco degenerasse in una imboscata.

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